I carabinieri della Compagnia di Vittoria hanno arrestato un agricoltore di 61 anni, V.V., residente a Comiso, accusato di detenzione abusiva di armi e munizioni.
Perquisizione in un casolare di Vittoria
Al termine di una perquisizione scattata in un casolare, in contrada Bosco Rotondo, a Vittoria, i militari insieme ai colleghi dello Squadrone eliportato cacciatori “Sicilia” hanno rinvenuto una pistola rivoltella a tamburo calibro 6.35 artigianale, un fucile doppietta calibro 12 e venti cartucce dello stesso calibro.
Il sequestro di armi
Le armi e il munizionamento, detenuti illecitamente, sono stati sequestrati e custoditi negli uffici dei Carabinieri di Vittoria mentre l’agricoltore di Comiso è stato sottoposto agli arresti domiciliari, nella sua abitazione, come disposto dalla Procura di Ragusa, in attesa di essere sottoposto all’interrogatorio al palazzo di giustizia di Ragusa in occasione dell’udienza di convalida della misura cautelare.
Mafia ed armi a Catania
Nella giornata di ieri, sono scattati 16 arresti a Catania nell’ambito di una operazione antimafia. Le indagini sono state avviate nel 2015 nell’ambito del contrasto alle iniziative delinquenziali poste in essere dalla cosca mafiosa “Pillera-Puntina”. Le attività investigative si sono avvalse del contributo di diversi collaboratori di Giustizia.
Operazione Consolazione
L’operazione della Squadra Mobile ha colpito i presunti appartenenti al clan “Pillera-Puntina”. I 16 arrestati sono indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione e usura. Il clan “Puntina-Pillera” è facente capo allo storico leader attualmente detenuto Salvatore Pillera detto “Turi cachiti”, promossa e diretta da Iieni Giacomo Maurizio e Pappalarso Fabrizio. Le indagini per fatti accertati a Catania, sino a luglio 2019 hanno permesso di scoprire la disponibilità di armi e casi di estorsione.
Estorsioni e ricettazione
Le indagini hanno messo in luce diversi casi di estorsione. Emblematico una tentata estorsione culminata con una violenta aggressione, poi denunciata dalla vittima, per costringere la persona offesa a consegnare 9.300 euro. In un altro caso, gli indagati avrebbero costretto un pasticcere a versare a Pasqua ed a Natale, la somma contante di 2.500 euro e nel Natale 2014, a consegnare delle ceste natalizie contenenti prodotti e a praticare sconti sui prodotti dolciari acquistati, per ottenere la “protezione” dell’ attività imprenditoriale. Tra gli altri reati contestati anche la ricettazione di veicoli oggetto di furto e l’imposizione di una sorta di tassa per poter eseguire lavori edili dietro autorizzazione dei boss.
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