L’esplosione del Covid19 da un alto, le alte temperature dall’altro stanno creando una situazione esplosiva nelle carceri siciliane. La denuncia è del segretario generale del Spp, sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, che ritiene difficile il lavoro degli agenti, alle prese con le proteste dei detenuti.

“Violenze dei detenuti”

“Non siamo più disponibili a tollerare il lassismo e raccogliendo le continue proteste dei colleghi che non ce la fanno più a fare da “bersagli” su cui detenuti – dice Di Giacomo – violenti possono scatenare la propria rabbia abbiamo deciso di passare alla mobilitazione. Lo stiamo ripetendo, inascoltati, da troppo tempo: ci sono tutte le avvisaglie pericolosissime che con questa caldissima estate può riprendere la stagione delle rivolte con tutti i rischi e le conseguenze che abbiamo conosciuto nella primavera del 2020. Ripetiamo: temperature “africane” e Covid sono una miscela esplosiva”.

La diffusione del Covid19 a Noto ed Augusta

Il segretario del Spp fotografa la situazione del contagio da Covid19 in due carceri del Siracusano.

“Continua ad essere fortemente – dice Di Giacomo – sottovalutata, la ripresa ne del Covid. I focolai di Noto (35 detenuti positivi) e di Augusta (20) entrambi in Sicilia lo dimostrano, nonostante i dati complessivi del Ministero (al 5 luglio 159 detenuti e 305 agenti positivi). Del resto se “fuori” è innegabile l’incremento della diffusione della pandemia, il carcere non può essere considerato immune, tanto più che è stata abbassata l’attenzione sulla prevenzione e il controllo”.

I suicidi in carcere

Il sindacalista denuncia la mancanza di spazi per i detenuti che stanno esasperando gli animi con conseguenze drammatiche.

“Noi proprio ieri il bilancio di questa caldissima estate (solo all’inizio) lo abbiamo fatto: otto suicidi e sei tentativi di suicidio nell’ultimo mese di giugno, una dozzina di casi di celle incendiate nelle ultime settimane, almeno cinque episodi di aggressione a personale penitenziario la settimana, sei risse tra detenuti di clan rivali o tra detenuti italiani ed extracomunitari nel giro di pochi giorni. Siamo molto lontani dallo stucchevole dibattito politico in corso sulla riforma del sistema penitenziario”.