• Il processo per associazione legata ad un traffico di droga ad Avola
  • Alla sbarra ci sono sette persone
  • Sarà sentito il nuovo collaboratore di giustizia

Colpo di scena nell’aula della Corte di Assise di Siracusa dove è in corso il processo denominato Eclpise per associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, danneggiamento e minacce che vede come imputati sette avolesi.

Gli imputati

Sono alla sbarra Paolo Zuppardo, Monica Campisi, Giuseppe Capozio Junior, Concetta Cavarra, Vincenzo Di Stefano, Paolo Liotta e Davide Nobile (difesi dagli avvocati Natale Vaccarisi, Antonino Campisi).

Il pm: “sentire il pentito”

Il pm della Procura distrettuale antimafia di Catania, Alessandro Sorrentino, ha chiesto ai giudici che venga chiamato a testimoniare Francesco Capodieci, siracusano, collaboratore di giustizia, in passato boss del Bronx, un gruppo operante nel rione della zona nord di Siracusa, satellite della cosca Bottaro-Attanasio.

L’opposizione della difesa

Una richiesta formulata dalla pubblica accusa prima dell’esame degli imputati ma i difensori hanno chiesto ed ottenuto di compiere gli interrogatori dopo l’esame del pentito.

Il capo del gruppo

Zuppardo, è indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia uno dei capi del gruppo criminale vicino al clan mafioso Crapula di Avola ma deve rispondere di minacce aggravate nei confronti del sindaco di Avola, Luca Cannata, e del giornalista, Paolo Borrometi, che, nel corso delle udienze, sono stati già sentiti dal pm della Dda di Catania confermando di essere stati minacciati dal presunto boss di Avola.

La testimonianza di un investigatore

Nel corso del dibattimento, è stato già sentito un investigatore che ha preso parte alle indagini e la sua testimonianza è servita al pm della Dda per certificare le trasferte del gruppo a Catania allo scopo di acquisire le partite di droga. “Abbiamo monitorato un’altra trasferta a Catania – ha raccontato il teste – e con una triangolazione di dati, tra cui le celle del telefonino, le auto sotto controllo e le conversazioni, ne abbiamo compreso lo scopo. Abbiamo sentito – ha raccontato in aula il teste – Paolo Zuppardo contattare il suo fornitore, inoltre abbiamo agganciato la cella del cellulare in prossimità di Augusta, infine abbiamo risentito lo stesso Zuppardo parlare quando si trovava nella zona industriale di Catania”.