- Ispezione in un ristorante di Brucoli, ad Augusta
- Trovato pesce non tracciato
- Multa da 1500 euro a ristoratore
Non è proprio un bel momento per un ristoratore di Brucoli, borgo marinaro di Augusta, nel Siracusano, che, oltre ai problemi legati all’emergenza sanitaria, ne ha avuto altri con la Capitaneria di Porto.
Pesce non tracciato
Nel corso di un controllo nel locale, i militari hanno dato un’occhiata al pescato, circa 15 kg di prodotto, scoprendo che non era tracciato. Il proprietario non è stato in grado di dimostrare l’origine e così per lui è scattata una sanzione, per un ammontare complessivo di 1500 euro.
Donato ad un ente benefico
Il pesce è stato sottoposto alle verifiche sanitarie da parte del personale del Servizio veterinario di Augusta, dell’Asp di Siracusa: una parte è stata giudicata buona ed è stata donata ad un ente benefico, il resto è stato smaltito in quanto non idoneo al consumo. “Rimane sempre l’alta l’attenzione della Capitaneria di Porto-Guardia
Costiera nel perseguimento di quelle indebite condotte che possano mettere a repentaglio la salute dei cittadini, attraverso la messa in vendita di prodotto ittico di dubbia provenienza, o non correttamente conservato”..
Il caso di un ristoratore siracusano
Ha riaperto il suo ristorante, alle porte di Ortigia, il centro storico di Siracusa, ma ai tavoli c’erano solo sagome. Una protesta dal sapore amaro quella di un ristoratore siracusano, Francesco Messana, che, per l’occasione ha girato un video, mostrando la sala piena di finti clienti, parlando, addirittura, con qualcuno di loro, ma dopo lo scherzo ed i sorrisi, sul viso dell’imprenditore siracusano è comparsa tutta la preoccupazione.
“Da 8 mesi senza incassi”
“Da 8 mesi siamo chiusi, questo vuol dire – dice Messana – che da tutto questo tempo non facciamo incassi, per cui non siamo in grado di onorare i nostri impegni. Siamo stati lasciati soli in questo momento difficile per il paese, comprendiamo l’emergenza sanitaria ma non capiamo perché solo noi dobbiamo pagarne le conseguenze. Noi siamo abituati a combattere ed a sacrificarci, noi lavoriamo quando gli altri sono liberi o hanno le ferie”
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