Ha detto di aver temuto per la sua vita e quella della moglie e della figlia, per questo sarebbe stato accanto ad Antonino Milone, indicato come l’autore dell’omicidio di Sebastiano Greco ferito mortalmente sotto gli occhi del suo figlioletto nell’ottobre scorso, a Lentini, in prossimità di un panificio.

E’ la testimonianza resa nelle scorse ore da Antony Shasa Bosco, 29 anni, arrestato nei giorni successivi al delitto ma destinatario, insieme ad Alfio Caramella, 48 anni, e ad Antonino Milone, 37 anni, di una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per ricettazione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, sia da guerra sia comuni da sparo, nonché di munizionamento di vario calibro,  emessa dal gup, Francesco Alligo ed eseguita dai carabinieri della Compagnia di Augusta.

Nel corso della sua deposizione davanti al giudice, Bosco, difeso dagli avvocati Junio Celesti e Rosario Frigillito, ha negato la sua partecipazione al delitto, come aveva peraltro fatto nell’interrogatorio successivo al suo primo arresto. Ha raccontato, infatti, di non aver mai saputo delle intenzioni di Milone, con cui è arrivato in sella ad uno scooter su quello che sarebbe diventato il luogo del delitto. Secondo quanto svelato dal ventottenne, Milone, dopo aver discusso e litigato con Greco, sarebbe sceso dal ciclomotore in modo improvviso e dopo aver estratto le armi ha sparato. Per l’indagato non con le intenzioni di ammazzarlo ma solo per dargli un avvertimento, non sono, però, di questo avviso i carabinieri e la polizia che hanno condotto le indagini. Bosco, durante la sua lunga deposizione, avrebbe anche detto di essere scappato insieme a Milone perché quest’ultimo lo avrebbe minacciato.

Secondo la Procura di Siracusa, le armi per ammazzare Greco, due pistole, una Beretta calibro 22 e una calibro 9 modello P38, sarebbero state prelevate dal garage di Caramella.

Già nelle prime ore successive all’omicidio, i militari avevano  parzialmente ricostruito gli spostamenti dei due presunti assassinii che dopo il delitto, armati di una pistola mitragliatrice skorpion, per guadagnare la fuga avevano anche ferito Gabriele Amenta, poi rapinato un’autovettura nei pressi dell’ufficio postale.

 

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