Due fratelli di 32 e 31 anni, entrambi di Sortino, son stati tratti in arresto dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio in concorso. Ieri pomeriggio, i due sono entrati in un bar del centro cittadino per vendicare il proprio padre che poco prima aveva avuto una lite verbale con un 46enne pregiudicato con cui avrebbe avuto degli scontri condominiali.

Pestaggio alla vittima

I due fratelli hanno prima percosso con calci e pugni la vittima, colpendola anche con una sedia e un tavolino del bar. Uno di loro ha colpito l’uomo più volte alla schiena anche con un coltello di 30 centimetri estratto dalla tasca.

Fratelli in carcere

Nella foga della lite, con il coltello ha ferito anche suo fratello, provocandogli un lieve taglio alla mano sinistra. L’aggredito, oltre a un trauma cranico, ha riportato varie ferite lacero contuse alla schiena e alla spalla sinistra ed è ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. I due fratelli sono in carcere in attesa dell’udienza di convalida della misura cautelare.

Vicino condannato per tentato omicidio

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, Simone Alecci ha condannato a tre anni e quattro mesi di carcere Giuseppe Di Maio, 35 anni, accusato del tentato omicidio del vicino di casa che non pagava l’affitto. Il tentato omicidio avvenne lo scorso giugno quando Di Maio sparò tre colpi di pistola a Matteo Trapani 37 anni, in via Roccazzo a Palermo.

La procura aveva richiesto 12 anni di carcere

Il giudice ha riconosciuto all’imputato, difeso dall’avvocato Rosanna Vella, le attenuanti generiche e ha escluso l’aggravante della premeditazione. La procura che aveva invocato una condanna ben più severa a 12 anni di carcere.

Di Maio era andato dall’inquilino per avere pagato alcuni mesi d’affitto non pagati. Il proprietario dell’appartamento aveva chiesto con insistenza che Trapani lasciasse l’immobile. Di Maio fu bloccato dalla squadra mobile che ricostruirono le fasi del tentato omicidio che avvenne davanti al padre della vittima.