Si chiana Fake Bank l'operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catania e dal Nucleo di polizia valutaria e ipotizza reati gravi a carico di 18 persone ai vertici dell'Istituto di Credito fallito
Rischiano di finire a processo nove persone che sarebbero coinvolte nella presunta bancarotta fraudolenta relativa agli storici Bar Alba di Palermo di piazza Don Bosco e di Valdesi, finiti sotto sequestro nel luglio dell'anno scorso.
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Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale etneo
L'accusa gli è stata contestata per il fallimento della "Kemical Green", azienda di cui era amministratore e che a suo dire avrebbe subìto gravi perdite perché costretto a vendere prodotti sottoprezzo nel periodo in cui sarebbe stato "vittima di usura".
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chiedono la nomina di un amministratore giudiziario
I lavoratori si trovano sospesi in un limbo dal quale non sanno come uscire, non lavorano e non sono stati licenziati, quindi non possono percepire gli ammortizzatori sociali.
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in corso perquisizioni in sedi di società e abitazioni
Da indagini delle Fiamme gialle sarebbe emerso che "ingenti somme di denaro, da utilizzare per il pagamento di fornitori e dipendenti, venivano trasferite sui conti correnti personali dell'imprenditore, per poi essere illecitamente impiegate per finanziare due nuove attività".
Si dice amareggiato per l'indagine che riguarda il padre il sindaco di Catania salvo Pogliese che però è anche "sicuro che mio padre saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati"
Le accuse delle Fiamme Gialle al padre del sindaco di Catania e ad altri 10 fra cui gli associati del suo studio professionale. Evasione per 220 milioni. Sequestrate 4 aziende con relativi marchi registrati e capitali per 11 milioni
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Il caseificio sarà gestito da un amministratore giudiziario
Le indagini dei finanzieri avrebbero accertato che la società che gestiva il caseificio di Capaci sia stata svuotata con il trasferimento in Svizzera di 5 milioni di euro.
Tre anni e otto mesi di carcere, 8 mesi in più di quanto richiesto dal pm Niccolò Volpe, sono stati comminati dal Tribunale di Marsala per bancarotta fraudolente patrimoniale a Mario Messina Denaro, 65 anni, cugino del boss latitante di Cosa Nostra, Matteo.
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Ai danni di una società operante nella grande distribuzione
La Guardia di Finanza della compagnia di Enna ha sequestrato in maniera preventiva 1,5 milioni di euro ad una società ennese operante nel settore della grande distribuzione che sarebbe stata condotta deliberatamente al fallimento.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Siracusa, si inserisce nell'ambito dell'inchiesta Sistema Siracusa su un giro di sentenze pilotate per agevolare gruppi imprenditoriali.
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la società è stata dichiarata fallita nel febbraio 2017
I due, marito e moglie, nelle qualità di Amministratore e Legale Rappresentante della società “Città del Mobile S.r.l.”, in un contesto caratterizzato dalla commissione di più fatti di bancarotta fraudolenta, avrebbero disperso beni della citata società.
Una nona persona ha avuto comminata unha misura interdittiva. Il gruppo imprenditoriale coinvolto ha la disponibilità di stabilimenti e unità logistiche a Lodi, Roma, Palermo, Catanzaro e Catania.
Secondo la Guardia di finanza e la Procura avrebbe fatto sparire circa 50 milioni di euro dalle imprese del suo gruppo che operava nel settore della distribuzione alimentare.
L'avvocato Massimiliano Miceli ha ricostruito l'intero patrimonio dimostrando l'innocenza del suo assistito. Tesi sposata anche dal gup Patrizia Ferro che lo ha assolto.