ROMA (ITALPRESS) – Al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente dell’Istat, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2019 (-405.275 individui). Questo calo è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica: il saldo dovuto al movimento demografico totale (saldo naturale più migratorio), desumibile dalle fonti anagrafiche, ha fatto registrare 362.507 unità in meno. La distribuzione territoriale della popolazione è pressochè immutata rispetto al censimento del 2019: il 46,3% risiede nell’Italia Settentrionale, il 19,8% in quella Centrale, il restante 33,8% nel Sud e nelle Isole. Più del 50% dei residenti è concentrato in 5 regioni, una per ogni ripartizione geografica (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia). Tutte le regioni registrano una contrazione di popolazione residente ad eccezione della Toscana. Sono solo 1.964 i comuni che hanno registrato un aumento di popolazione rispetto al 2019. Come nel 2019, anche nel 2020 Roma è il comune più grande con 2.770.226 residenti, e Morterone (in provincia di Lecco) quello più piccolo che ne conta appena 29. La pandemia Covid-19 ha accentuato la tendenza alla recessione demografica già in atto. Il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno.
La prevalenza delle donne, dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e alla maggiore speranza di vita, si conferma anche nel 2020. Al 31 dicembre 2020 gli stranieri sono 5.171.894, 132.257 in più dell’anno precedente. Il 47,6% degli stranieri censiti nel 2020 proviene dall’Europa, il 22,2% dall’Africa e una quota di poco superiore dall’Asia mentre gli stranieri del Nuovo continente rappresentano il 7,5%.
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