ROMA (ITALPRESS) – “Dal centro del Mediterraneo”, recitava uno slogan trasmesso su frequenze radiofoniche in riva allo Stretto. Una realtà geografica, certo, ma non solo. Le potenzialità e la posizione strategica dello Stretto di Messina, ormai note, tornano oggi alla ribalta con il dibattito sulla costruzione del Ponte. Il collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia, infatti, rappresenta per molti la svolta per il rilancio delle due regioni, ma anche del Sud e del Paese. La discussione, ora, anche in vista del Recovery Plan, è entrata nel vivo pure sul piano istituzionale, con la commissione ministeriale che si occupa del tema e un intergruppo parlamentare che si muove per sciogliere i nodi. Quali obiettivi? “Semplicemente far partire il cantiere per la realizzazione del ponte entro questa legislatura”, spiega all’Italpress Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato e membro dell’intergruppo parlamentare. “Il sistema infrastrutturale – aggiunge – sarà davvero utile al Paese solo quando Sicilia e Calabria diverranno la piattaforma logistica europea nel Mediterraneo e questo non potrà avvenire senza il Ponte che ad oggi è il solo progetto cantierabile in qualche mese. Italia Viva chiede di attuare le strategie di sviluppo concordate e condivise dall’Europa col nostro Paese da anni”.
Nelle fasi di preparazione del progetto del ponte, poi approvato, per verificare la fattibilità dell’opera sono stati avviati studi geologici e campagne di indagine geognostica. L’attenzione da sempre riservata a questo braccio di mare, negli anni, ha reso lo Stretto una delle aree più studiate.
“Del ponte sullo Stretto si discute dal 1990”, afferma Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera. “Trent’anni di scuse – spiega all’Italpress – per non fare nulla e tirare a campare”. Pagano si sofferma sul “valore strategico di quest’opera, perchè – spiega – solo chi è in malafede può negare l’evidenza del rapporto costo-beneficio in termini di efficienza, efficacia ed economicità”.
Il deputato ricorda la centralità del Paese e della Sicilia nella storia. “Stare ‘al centrò però non è possibile – evidenzia – senza infrastrutture nazionali e servizi adeguati”.
“Ritengo assurdo – afferma all’Italpress Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia – che dopo oltre 20 anni dal Governo Berlusconi che ne pianificò e finanziò la realizzazione, investendo già milioni e milioni di euro, oggi siamo ancora a discutere se fare o non fare il Ponte sullo Stretto. Siamo ad un punto di non ritorno, il Governo – continua – deve prendere una decisione e portarla avanti, a prescindere da quale sia. Personalmente la reputo un’opera fondamentale sia in chiave infrastrutturale per i collegamenti, sia dal punto di vista delle ricadute economiche e di immagine”.
(ITALPRESS).
Nelle fasi di preparazione del progetto del ponte, poi approvato, per verificare la fattibilità dell’opera sono stati avviati studi geologici e campagne di indagine geognostica. L’attenzione da sempre riservata a questo braccio di mare, negli anni, ha reso lo Stretto una delle aree più studiate.
“Del ponte sullo Stretto si discute dal 1990”, afferma Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera. “Trent’anni di scuse – spiega all’Italpress – per non fare nulla e tirare a campare”. Pagano si sofferma sul “valore strategico di quest’opera, perchè – spiega – solo chi è in malafede può negare l’evidenza del rapporto costo-beneficio in termini di efficienza, efficacia ed economicità”.
Il deputato ricorda la centralità del Paese e della Sicilia nella storia. “Stare ‘al centrò però non è possibile – evidenzia – senza infrastrutture nazionali e servizi adeguati”.
“Ritengo assurdo – afferma all’Italpress Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia – che dopo oltre 20 anni dal Governo Berlusconi che ne pianificò e finanziò la realizzazione, investendo già milioni e milioni di euro, oggi siamo ancora a discutere se fare o non fare il Ponte sullo Stretto. Siamo ad un punto di non ritorno, il Governo – continua – deve prendere una decisione e portarla avanti, a prescindere da quale sia. Personalmente la reputo un’opera fondamentale sia in chiave infrastrutturale per i collegamenti, sia dal punto di vista delle ricadute economiche e di immagine”.
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