Aveva deciso di manomettere il braccialetto elettronico perché gli dava fastidio. Lo ha anche detto ai carabinieri che sono piombati in casa sua non appena hanno ricevuto la notifica al sistema digitale del tentativo di manomissione. Per questo motivo è finito in carcere. Si tratta di uno dei 5 arrestati nel dicembre scorso nell’ambito dell’operazione antidroga che si sviluppò al confine tra Erice e Trapani.

Apparecchio di nuovo installato

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Trapani hanno arrestato e trasferito in carcere un 22enne. Si è reso responsabile della manomissione del braccialetto elettronico che ha subito allarmato la centrale operativa del comando provinciale. In pochi minuti un equipaggio della sezione radiomobile è giunto sul posto, appurando che il giovane risultava regolarmente in casa ma manifestava un’insofferenza particolare all’apparecchio che comunque gli è stato installato nuovamente con non poche difficoltà.

La richiesta del carcere

Per quanto successo i carabinieri hanno avanzato una richiesta di aggravamento di pena, subito accolta dal Gip del tribunale di Trapani che ha emesso l’ordinanza. Il giovane, al termine delle formalità di rito, è stato rinchiuso nella casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.

L’operazione di dicembre

Il 22enne fu arrestato con altre quattro persone nel dicembre scorso dai nuclei operativo e radiomobile della compagnia di Trapani nell’ambito di un’indagine contro lo spaccio di cocaina e hashish in città e nella frazione Casa Santa di Erice. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza del Gip, emessa su richiesta della locale Procura, che aveva disposto la custodia cautelare in carcere per un 43nne e un 22enne e i domiciliari con l’obbligo dell’uso del braccialetto elettronico per altri tre giovani di 26, 22 e 20 anni.

L’inchiesta

Al centro dell’inchiesta numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, sia al dettaglio che non, avvenuti tra dicembre 2020 e giugno 2021. Le droghe maggiormente cedute erano cocaina, venduta a 50 euro al grammo, e hashish, a cinque euro a dose. Durante le indagini i carabinieri hanno arrestato altre tre persone in flagranza di reato e segnalato diversi assuntori non terapeutici alla autorità amministrativa.

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