“Non c’è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libiche impone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale”.

Lo scrive il governatore della Sicilia Nello Musumeci in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordando come “da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche”.

Secondo il presidente della Regione Siciliana “va definita una volta per tutte sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti. Pretese insostenibili, che finiscono per colpire solo la marineria isolana, sempre più vittima di angherie e soprusi da parte dei due Paesi nordafricani”.

Nella sua lettera al premier, Musumeci ha sottolineato “la necessità che Conte chieda all’Unione europea di smetterla di girarsi dall’altra parte e di intervenire finalmente, in maniera risoluta, con un efficace ruolo di mediazione. I nostri pescatori – conclude Musumeci – sono stanchi di essere considerati pirati nel loro mare”.

I 18 pescatori di Mazara del Vallo, trattenuti a Bengasi per oltre tre mesi, arriveranno in Sicilia domattina tra le 8 e le 10.

“Voglio tornare a lavorare, non a fare la guerra”. L’ha detto stamane il comandante del peschereccio Medinea, Pietro Marrone, in un collegamento via radio trasmesso da Rainews 24. Il peschereccio e l’altra imbarcazione si trovano attualmente a circa 250 miglia da Mazara del Vallo.

“I nostri carcerieri – ha aggiunto Marrone – non volevano che li guardassimo negli occhi, altrimenti ci avrebbero infilato la testa nel bidet”. Il comandante ha anche detto che i marinai spesso cucinavano per i carcerieri e dovevano loro servire il cibo, sempre con il divieto di guardarli in faccia. Infine, Marrone ha detto di aver condiviso due celle, insieme ai suoi compagni, con altri detenuti stranieri.

Il sollievo dei familiari dei pescatori siciliani per il rientro a casa dei loro cari si è sciolto in applausi durante l’incontro di oggi con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo quanto viene riferito da chi era presente.
Al video collegamento, che si è svolto nei locali del Comune di Mazara del Vallo, erano presenti anche il sindaco Salvatore Quinci, l’armatore del Medinea Marco Marrone, che ha ringraziato il governo, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Nella sala era esposto uno striscione con la scritta ‘Bentornati a casa’.

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