Centomila euro per le famiglie dei diciotto marittimi di Mazara del Vallo in stato di fermo dal primo settembre a Bengasi, dopo il sequestro dei loro due pescherecci da parte delle milizie del generale Haftar. E’ quanto prevede un emendamento del governo Musumeci depositato in Commissione bilancio dell’Ars, a firma degli assessori all’Economia Gaetano Armao e alla Pesca mediterranea Edy Bandiera e che sarà inserito nella prima legge all’esame del Parlamento siciliano, già da martedì prossimo.

“Tutto – sottolinea il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – sembra ancora inspiegabilmente fermo nonostante si parli di trattative avviate da Roma per risolvere questa vicenda che, giorno dopo giorno, accresce angoscia e rabbia. Diciotto uomini sono da oltre cinquanta giorni sotto chiave per un atto di pirateria e le loro famiglie, oltre al dramma che stanno vivendo, cominciano inevitabilmente a patire grossi disagi dal punto di vista economico. Sentiamo, pertanto, il dovere morale di offrire loro un sostegno in attesa che il governo centrale giunga ad una soluzione. Ma questa trattativa non può avere tempi infiniti e rinnoviamo con forza l’appello al premier Conte e al ministro degli Esteri Di Maio, affinchè si arrivi a una soluzione che riconsegni i nostri pescatori ai loro affetti e alla loro attività quotidiana”.

L’emendamento, di quattro commi, istituisce “un contributo straordinario a fondo perduto per le famiglie dei marittimi trattenuti presso Paesi della costa mediterranea del Nord Africa attraversati da sommosse civili che creano instabilità nei rapporti tra gli stessi Paesi interessati”. Sarà il dipartimento della Pesca mediterranea a provvedere al ristoro delle famiglie interessate da tali eventi eccezionali.

Altri due mila euro di contributo per ciascuna famiglia dei pescatori da oltre un mese bloccati in Libia dopo il sequestro dei propri pescherecci. Questo il provvedimento che il consiglio di Presidenza dell’Ars ha voluto a prendere per sostenere i familiari dei diciotto marinai coinvolti in questo sequestro.

“Il sostegno concreto alle famiglie dei pescatori sequestrati in Libia è molto importante, in una vicenda che continua ad essere inconcepibile e assurda. Dopo il primo aiuto da parte dell’Ars, l’iniziativa del governo regionale, che ha stanziato centomila euro per aiutare i familiari dei lavoratori bloccati nel Paese straniero, va appoggiata e condivisa ed è sulla stessa lunghezza d’onda di quella del Parlamento siciliano, che aveva già dato un segnale di solidarietà reale in favore dei familiari dei pescatori”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, sulla decisione del governo Musumeci.

Su proposta dell’Assessore regionale per la pesca Mediterrea, Edy Bandiera, è stata approvata all’unanimità in Commissione Nazionale delle Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che vede componenti gli assessori al ramo di tutte le regioni italiane, che ha avuto luogo a Mazara del Vallo, in occasione della nona edizione del Blue Sea Land, la proposta che impegna il Governo nazionale ad intraprendere immediate e concrete iniziative a favore dei marittimi sequestrati in Libia lo scorso primo settembre.

Tre i punti proposti dall’assessore Bandiera e approvati nel documento: intraprendere ogni iniziativa utile per giungere alla immediata liberazione dei pescatori sequestrati dalle Autorità Libiche e detenuti in Libia; attivare, immediatamente, un canale umanitario affinchè possano essere acquisite, de visu, informazioni sulle condizioni detentive e di salute dei pescatori sequestrati; attivare un fondo di solidarietà per il sostegno economico delle famiglie dei pescatori colpite da tali eventi.

“Desidero ringraziare i colleghi della Conferenza Politiche Agricole per la sensibilità e il sostegno che hanno dato al documento che abbiamo unanimemente approvato, che ulteriormente ribadisce al Governo nazionale l’esigenza di fare presto – ha affermato l’assessore Bandiera – A fronte di quest’ultimo gravissimo e doloroso episodio, solo in parte inedito e di certo poco chiaro, è evidente che, oltre al dramma degli ostaggi, vi è l’angoscia delle loro famiglie, private oltre che dell’affetto dei propri cari, anche della fonte economica di sostentamento, spesso l’unica, per la quali chiediamo concreta
vicinanza”.

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