"Considerata la possibilità che magistrati dell’allora Procura possano essere sentiti come testi, mi trovo a chiedere se non si ritenga opportuno, se non doveroso, trasferire gli atti a Caltanissetta in quanto sede competente per indagini che possono riguardare i magistrati di Palermo".
Prosegue, invece, il processo agli altri imputati: i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, gli ex carabinieri del Ros Mario Mori Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.
Uno status che prevede la presenza del legale e dà all'ex cavaliere la possibilità di non rispondere a eventuali domande che comporterebbero dichiarazioni auto-indizianti.
Dell'Utri è difeso dall'avvocato Francesco Centonze. Berlusconi che le motivazioni del primo verdetto dipingono come vittima della minaccia stragista rivolta da Cosa nostra allo Stato per il tramite di Dell'Utri non è mai stato sentito in aula, né in fase d'indagine.
L'ex politico era stato assolto in primo grado dopo aver optato per il rito abbreviato, mentre i coimputati, come gli ex ufficiali del Ros Mori, Subranni e De Donno sono stati condannati a pene pesantissime. Una differenza sottolineata dal pg oggi.
L'ex ministro viene giudicato in uno stralcio del procedimento sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Mannino ha scelto il rito abbreviato e ha rinunciato alla prescrizione.
"Ci mandano Falcone e Borsellino, lei è prigioniero dello Stato". E' la frase del generale dei carabinieri Mario Mori si rivolse al boss Totò Riina nel momento dell'arresto, il 15 gennaio del 1993 ricordata in aula dal suo difensore Basilio Milio
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l'avvocato basilio milio non esita a parlare di persecuzione
"Questo processo - ha proseguito l'avvocato - non è fondato su alcuna prova e l'unico obiettivo dei pm è colpire il generale Mori". "Vi dimostrerò - ha detto rivolgendosi alla Corte d'assise che celebra il processo - che si tratta di una vera persecuzione, un tentativo di ricostruire non la verità ma la storia secondo una versione politico-ideologica".
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Al centro il contenuto delle ultime intercettazioni
La data è stata fissata all'udienza di oggi dai giudici che celebrano il dibattimento. Graviano, storico capomafia di Brancaccio dal 1994 al 41 bis, verrà sentito in videoconferenza.
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il boss parla dei presunti favori fatti all'ex premier dalla cosca di brancaccio
Tra i dialoghi che verranno trascritti ci sono, inoltre, anche quelli tra Graviano e Adinolfi e tra Graviano e i suoi familiari in cui si parla del concepimento in carcere del figlio del capomafia di Brancaccio. Il boss aveva confidato al camorrista di avere incontrato e messo incinta la moglie mentre era detenuto al 41 bis.