“Un’altra legge, l’ennesima (abbiamo perso il conto) del governo Musumeci è a rischio impugnativa. È quella che riguarda l’AICA, l’Azienda idrica consortile dei comuni dell’Agrigentino, che deve essere modificata perché altrimenti sarebbe anticostituzionale”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro, commentando la nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che impone all’esecutivo Musumeci di modificare le tabelle della legge regionale 22, pubblicata sulla Gurs del 6 agosto scorso che finanza l’Aica.
La nota del Mef
La norma regionale va cambiata “al fine – scrive il Mef – di evitare il contrasto con le disposizioni del dlgs 118 del 2011 e conseguentemente con l’articolo 117, secondo comma lettera e della Costituzione”.
L’affondo del M5S
“Noi avevamo sollevato più di un dubbio in merito. Da Roma arriva la conferma, l’ennesima, dell’inconcludenza e incompetenza di questo governo delle chiacchiere e dell’assenza di fatti”, prosegue il capogruppo pentastellato.
“No a partite di giro incostituzionali”
“L’Aica – dice Di Caro – ha bisogno di contributi certi dalla Regione, non di partite di giro incostituzionali. Il governo regionale vuole davvero sostenere l’avvio di AICA? Bene tagli gli sprechi enormi che continua a fare (una fiera ad Ambelia in meno, una partecipata o un giardino verticale in meno) e trovi risorse reali. Non tolga ai Comuni con i bilanci già dissestati, come prevede questa norma a rischio. Sul personale dell’ex Girgenti Acque acque poi, non si permetta di speculare sul futuro di tanti lavoratori in apprensione da mesi e avvii una concertazione seria e trasparente, non in chiave propagandistica e ingannevole”.
Lo scandalo Girgenti Acque
Dopo lo scandalo e il fallimento di Girgenti Acque è nata la nuova società in house Aica, istituita dal governo Musumeci. Una legge ad hoc, con la copertura finanziaria di dieci milioni di euro recuperati dal Fondo per le Autonomie locali. L’obiettivo era scongiurare l’interruzione dell’erogazione dell’acqua e garantire il pagamento degli stipendi dei lavoratori oltre che la manutenzione ordinaria. Adesso il richiamo del Mef a modificare la legge.
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