Sono 1.289 i migranti presenti all’hotspot di Lampedusa. Nell’isola ieri ci sono stati nove sbarchi con un totale di 300 persone arrivate. Per alleggerire la struttura, che può ospitare 389 persone, la prefettura di Agrigento ha disposto per oggi il trasferimento di 600 ospiti a Porto Empedocle: circa 450 stamattina saranno imbarcati sul traghetto Veronese, altri 150 saranno trasferiti con una motovedetta.
Ieri altra giornata campale
Trecentoventicinque i migranti tratti in salvo ieri mattina al largo della Sicilia e nella notte trasferiti nei porti di Pozzallo, in provincia di Ragusa e Augusta, Siracusa. Si trovavano a bordo di un barcone e sono stati raggiunti da un mezzo della guardia costiera. Le operazioni di salvataggio si sono concluse poco prima della mezzanotte di ieri, dopo il trasbordo dei 325 migranti su due motovedette della guardia costiera e della Guardia di Finanza, che li hanno portati sulla terraferma.
Presente la protezione civile
Nel porto di Pozzallo, gli uomini e le donne della Protezione civile regionale sono stati presenti per gli aspetti relativi alla logistica, come previsto dal ‘piano sbarchi’. In banchina, attivati dalla sala operativa regionale, su richiesta della prefettura di Ragusa, c’erano il “Gruppo Comunale di Pozzallo” con quattro volontari, la “Misericordia” di Modica, con 4 volontari ed una ambulanza, la “Misericordia” di Rosolini, con un’ ambulanza e tre volontari, e l'”Organizzazione Volontari di Pc di Ragusa” con 2 volontari e torre faro; oltre alla “Croce Rossa”, presente con i propri volontari e un’ambulanza.
Sbarco sotto pioggia battente
Lo sbarco dei migranti, avvenuto sotto la pioggia battente, è stato coordinato dal dirigente generale della protezione civile regionale Sicilia, Salvo Cocina, in costante contatto con i funzionari dipartimentali che hanno seguito i lavori di assistenza in banchina. “Cocina ha tenuto costantemente informato il Presidente della Regione, Renato Schifani, sull’evento”, afferma una nota della protezione civile.
Riparte la guerra alle Ong
Intanto è di nuovo guerra alle navi delle Ong che salvano in mare e sbarcano in Italia i migranti. Una stretta sulle Ong, con la minaccia di multe e di sequestrare le imbarcazioni è la strategia del governo Meloni. I “nuovi provvedimenti” sull’immigrazione annunciati in conferenza stampa dalla premier Giorgia Meloni cominciano a prendere forma, anche se per il momento al Viminale non ci sono bozze o documenti già pronti sulla scrivania del ministro Matteo Piantedosi. L’idea sulla quale sembra ci si stia muovendo, al momento, è quella di riprendere in mano i decreti firmati da Matteo Salvini quando, da ministro e vicepremier del primo governo Conte, lanciò la sua battaglia contro le imbarcazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Con un obiettivo chiaro: avere a disposizione strumenti più forti per bloccare le navi delle organizzazioni umanitarie. Lo stesso di quattro anni fa.
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