Resta ancora un giallo il movente dell’omicidio di Palma di Montechiaro, nell’agrigentino, commesso da Angelo Incardona, 44 anni. Gli inquirenti non sono convinti delle parole dello stesso reo confesso che ha parlato di vecchi regolamenti di conti per faide interne alla mafia locale. Ecco perché quel che trapela dalla Procura di Agrigento è che si sta scavando a fondo nella vita privata di Incardona, considerato da tempo una testa calda dagli inquirenti.

Il mistero

Ha freddato ucciso in piazza quel che viene considerato in paese il suo rivale, un gelataio, dopo aver tentato di uccidere anche i suoi genitori e poi si è consegnato ai carabinieri. Il 44enne commerciante non convince perché pare voglia in realtà depistare gli inquirenti su quello che potrebbe essere il vero motivo. E se fosse vera questa ipotesi, si innesca un giallo nel giallo: perché?

Il passato tutt’altro che lindo

I carabinieri conoscono da tempo Incardona. Già una ventina di anni fa, quindi giovanissimo, mostrava segni di tendenza alla delinquenza. Fu invischiato in una vecchia storia per tentato omicidio, poi in casa gli fu anche scoperta un’arma e centinaia di munizioni. A quanto pare i carabinieri stanno scavando anche sulla vita del padre dell’omicida, altra testa calda. In particolare si sta provando a capire se vi possa essere una qualche connessione con l’episodio che 4 anni fa coinvolse proprio il padre di Angelo Incardona il quale sparò ad un uomo, senza colpirlo, e a sua volta quell’uomo cercò poi vendetta senza però riuscire nell’intento. Resta da capire in qualche modo se vi sia una connessione ma al momento no.

L’omicidio

Ad essere stato ucciso un commerciante di Palma di Montechiaro, Lillo Saito, di 65 anni, all’interno della propria auto con diversi colpi di pistola alla testa e al volto. Angelo Incardona, dopo aver tentato di uccidere anche i genitori di Saito, accompagnato dalla moglie, si è consegnato al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento. Fino a tarda sera lo scorso 10 febbraio, giorno del delitto, l’uomo è stato interrogato dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio. Secondo una prima ricostruzione, il killer si sarebbe avvicinato alla vittima, socio dell’azienda “Gelati Gattopardo”, nella centrale piazza Provenzani, davanti al palazzo Ducale. Saito stava salendo a bordo della sua Chevrolet Captiva e sarebbe stato colpito da 5 colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata.

Un agguato in piazza in piena regola

Un agguato in piena regola, dicono gli investigatori. Uno, forse due, colpi hanno attraversato l’abitacolo del mezzo e sono usciti dalla portiera dal lato passeggero. Gli altri avrebbero colpito la vittima.

Il tentato omicidio anche dei genitori della vittima

Commesso il delitto, Incardona si sarebbe allontanato e avrebbe raggiunto la casa dei genitori di Saito. Avrebbe bussato alla porta dei due, entrambi ottantenni, e avrebbe sparato diversi altri colpi di pistola, ferendoli soltanto di striscio. Gli anziani sono stati subito soccorsi e trasferiti all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata dove sono stati ricoverati. Nessuno dei due è in pericolo di vita. Entrambi sono stati sentiti dai carabinieri.

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