L’estorsione all’imprenditore per poter mantenere i carcerati. Era questo il motivo per cui Giuseppe Dell’Asta, 56 anni, aveva chiesto i soldi ad un operatore economico della zona del Nisseno. Ma quando è andato a riscuotere la “prima rata” del pizzo si ritrovato dietro l’angolo i carabinieri. Per lui arresto in flagranza con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il pizzo da 23 mila euro

L’operazione dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Caltanissetta. Secondo la loro ricostruzione dei fatti Dell’Asta avrebbe reiteratamente minacciato un imprenditore edile di consegnargli la somma di 23 mila euro. Soldi che gli sarebbero stati utili per garantire il mantenimento dei detenuti in carcere. Dopo aver ricevuto dalla vittima la somma di 3 mila euro in contanti, come acconto dell’intera cifra richiesta, è stato arrestato dai carabinieri. Per lui la contestazione della flagranza del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Alla ricerca di altre potenziali vittime

Il pubblico ministero della Dda, la direzione distrettuale antimafia, ha chiesto al Gip la convalida dell’arresto. Ad essere stata sollecitata l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato. Anche perché Dell’Asta annovera numerosi precedenti penali, tra cui associazione di tipo mafioso. Il giudice del tribunale di Caltanissetta ha convalidato l’arresto e ha confermato la misura cautelare della custodia in carcere. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Procura e dei carabinieri allo scopo di verificare la presenza sul territorio di altre vittime delle richieste estorsive.

Le assoluzioni nel Siracusano

A proposito di estorsioni ad imprenditori di recente nel Siracusano sono arrivate diverse assoluzioni. Il tribunale ha scagionato Adelfio De Luca, 49 anni, Salvatore Salamone, 53 anni, entrambi di Lentini, e Agostino Affatigato, 63 anni, palermitano. Erano finiti sotto processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante siracusano, Marco Montoneri, testimone di giustizia che vive in una località segreta. I primi due erano indicati dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania esponenti del clan Nardo di Lentini.

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