L’attività prende spunto dagli approfondimenti avviati d’iniziativa dall’Agenzia delle Entrate e proseguiti dai finanzieri del gruppo di Caltanissetta, dai quali è emerso che il rappresentante legale di una società, pur ottemperando ai formali obblighi dichiarativi, ha omesso di versare nelle casse dell’erario l’Iva, per gli anni 2016 e 2017, per un totale di 1,5 milioni di euro. Dal medesimo procedimento penale, coordinato dalla procura della repubblica di Caltanissetta, era poi emersa l’esistenza di alcune condotte di bancarotta fraudolenta realizzate tramite la costituzione di una nuova società in sostituzione di quella originaria utilizzata per vanificare le pretese dei creditori pubblici e privati.

Il provvedimento ablatorio, emesso dal tribunale nisseno su istanza della procura della Repubblica, dà seguito al sequestro preventivo già eseguito nell’anno 2020 al fine di tutelare la pretesa erariale in attesa della definizione del processo.

Imprenditore condannato in rito abbreviato a 3 mesi e 10 giorni

L’imprenditore, che si è avvalso del rito abbreviato, è stato anche condannato alla pena di 3 mesi e dieci giorni di reclusione, oltre all’interdizione per 6 mesi dall’esercizio di attività di impresa ed al pagamento delle spese processuali.

Accusato di evadere il fisco, interdittiva per imprenditore edile di Palermo

Lo scorso dicembre, i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip di Palermo di sospensione dell’attività per 12 mesi.

Gli accertamenti dei militari del 2° Nucleo operativo metropolitano di Palermo nonostante la mancanza della documentazione contabile della società che fornisce macchinari edili sono riusciti a ricostruire il giro d’affari dell’imprenditore e contestando oltre un milione e 200 mila euro di ricavi mai dichiarati al fisco. Su quanto raccolto è scattato il provvedimento interdittivo.

Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro di beni sino alla concorrenza dell’imposta evasa per  215.699 euro. Sono scattati i sigilli all’intero complesso aziendale comprensivo di capitale sociale, 5 veicoli speciali (piattaforme aeree, ragni cingolati e transpallet), 2 piattaforme semoventi, 2 autoveicoli e un ciclomotore, oltre alle disponibilità finanziarie presenti sui conti correnti.

L’attività di servizio si pone a contrasto dell’evasione fiscale che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.