Lavoratori sfruttati che non avevano diritto a ferie e riposi. La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha esercitato l’azione penale nei confronti di sedici persone, imputate per l’attività di intermediazione illecita allo sfruttamento lavorativo, il cosiddetto caporalato, e impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento.

Al termine delle attività investigative è stato possibile accertare gravi indizi di colpevolezza per i reati di sfruttamento del lavoro da parte di alcuni imprenditori agricoli o proprietari terrieri del territorio nisseno e di quello agrigentino, e segnatamente dei comuni di Delia, Sommatino, Palma di Montechiaro e Ravanusa, oltre quello di caporalato, finalizzato al reclutamento di manodopera a basso costo da impiegare in condizioni di sfruttamento.

Il tutto profittando dello stato di bisogno dei lavoratori derivante dalle precarie condizioni socio-economiche in cui gli stessi versavano.

Le intercettazioni

Le attività di intercettazione hanno consentito di appurare che gli intermediari intrattenevano frequenti contatti con gli imprenditori per concordare il numero di lavoratori di cui necessitavano e il compenso da corrispondere loro. I caporali, poi, trattenevano una parte del salario da loro stessi consegnato ai braccianti.

Niente ferie e niente riposo

Si è accertata anche lo sfruttamento in materia di orario di lavoro, riposi, ferie e malattia. I lavoratori non sarebbero mai stati sottoposti a visite mediche obbligatorie, non avrebbero mai partecipato a corsi di formazione per il maneggio di sostanze nocive, come fertilizzanti o antiparassitari, ne avrebbero mai ricevuto dispostivi di protezione individuale.

Gli operai, domiciliati prevalentemente a Caltanissetta, sarebbero stati reclutati in centro città per poi essere trasportati a bordo di furgoni, in pessime condizioni di sicurezza, nelle campagne dei soggetti richiedenti.

L’operazione del luglio scorso

Già nel luglio scorso, dopo un anno di indagini erano stati scoperti lavoratori costretti ad accettare paghe esigue e condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno.  Succedeva nelle campagne di Caltanissetta e Agrigento. nei confronti dei presunti responsabili era scattato un arresto, un obbligo di dimora e la sospensione nei confronti dei loro sfruttatori.

Eseguite otto misure cautelari, imprenditori sospesi

La Squadra Mobile di Caltanissetta, nel corso delle indagini preliminari, ha eseguito otto misure cautelari personali emesse, su richiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta, dal Giudice per le Indagini Preliminari. Uno degli indagati è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ad un altro è stato applicato l’obbligo di dimora nella città di Delia e per altri titolari di aziende agricole è stato disposto il divieto per 1 anno di esercitare l’attività d’impresa.

Un anno di indagini

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di maggio 2022 a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla Squadra Mobile. Dall’ascolto di alcuni cittadini pakistani emergeva che un uomo italiano reclutava, vicino la stazione di Caltanissetta, ogni mattina alle 5.00 degli operai extracomunitari per portarli nelle campagne di Delia e di Agrigento a lavorare.

Gli uomini della Polizia di Stato, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno effettivamente riscontrato che quotidianamente uno degli indagati, in concorso con un altro soggetto italiano, avrebbe reclutato decine di operai da condurre nelle campagne.

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