• Devastato e reso inutilizzabile l’impianto dell’azienda rifiuti che serve 15 Comuni del Calatino
  • Interrogazione alla Camera di Saitta e Rizzo (M5S): “Lo Stato aiuti ricostruzione e Comuni”
  • Stima dei danni tra i 6 e gli 8 milioni di euro
  • Palmeri, “Danno grave all’ambiente, la Regione intervenga”
  • Legambiente Sicilia, “urge riflessione”

Dopo il devastante incendio doloso alla Kalat Impianti di Caltagirone (l’impianto dell’azienda rifiuti che serve 15 Comuni del Calatino) le polemiche travalicano i confini della Sicilia e approdano alla Camera con una interrogazione sul rogo, che ha causato danni ingenti, stimati tra i 6 e gli 8 milioni di euro.

Interrogazione di Saitta e Rizzo (M5S): “Lo Stato aiuti ricostruzione e Comuni del Calatino”

“Quali iniziative i ministeri dell’Interno e della Transizione ecologica intendono adottare, per quanto di loro competenza, al fine di supportare anche economicamente il ripristino dell’impianto kalat distrutto dall’incendio e i costi che i Comuni del Calatino dovranno sostenere per il conferimento dei rifiuti in altri siti siciliani?”.

È questo il succo di una interrogazione che i deputati M5S alla Camera Eugenio Saitta e Gianluca Rizzo hanno depositato a Montecitorio in seguito al rogo che ha interessato l’impianto di trattamento dei rifiuti di Grammichele che serviva il comprensorio del Calatino.

“Il rogo all’impianto Kalat – ha detto Saitta in aula a Montecitorio – è il secondo, dopo quello dell’estate del 2017, ed è davvero grave che sia nuovamente accaduto un episodio del genere, visto che si sospetta la natura dolosa. C’è una longa manus che danneggia i Comuni e le comunità siciliane nel ciclo dei rifiuti. Un ciclo zoppicante di per sé ma che il rogo dell’impianto Kalat, che serviva la comunità del Calatino, rischia dimettere in ginocchio”.

Saitta e Rizzo esprimono vicinanza alle comunità colpite e ai sindaci: “Il malfunzionamento dello stabilimento della Kalat Impianti – dicono – comporterà una perdita degli introiti derivanti dalla gestione dei rifiuti prodotti nella zona del Calatino. Inoltre si è sprigionata, dalle fiamme, una nube tossica e attendiamo i rilievi dell’Arpa per comprenderne la portata”.

“Si tratta – concludono – di una situazione di assoluta emergenza nella quale occorre che lo Stato e la Regione facciano la propria parte: i cittadini siciliani non possono pagare il prezzo di simili episodi”.

Nube tossica, indagini dell’Arpa

L’incendio, domato dai vigili del fuoco, ha generato una vera e propria nube tossica causata dalla combustione dei rifiuti compresa la plastica. L’Arpa sta facendo delle analisi per accertare le dimensioni del danno ambientale.

Palmeri: “Danno grave all’ambiente, Regione intervenga”

Solidarietà ai lavoratori e preoccupazione per il danno ambientale che ne deriverà: è quello che esprime Valentina Palmeri, deputata all’Ars di Attiva Sicilia e delegata regionale dei Verdi, sull’incendio alla Kalat.

“Un danno, di una gravità notevole – afferma Palmeri – non solo per i disagi derivanti dall’interruzione del servizio ma anche e soprattutto per il danno ambientale che ne deriverà. Esprimo solidarietà e vicinanza alla comunità e ai lavoratori per quanto accaduto e auspico che al più presto siano accertate le cause ed eventuali responsabilità da parte della magistratura. Nel frattempo aderendo alla iniziativa di altri colleghi, chiederò un immediato intervento della Regione”.

Compagnone (Mna): “Necessario intervento immediato”

“Quanto accaduto alla Kalat Impianti è di una gravità inaudita. E’ necessario, anzi indispensabile, che la Regione Siciliana intervenga subito per ripristinare nel più breve tempo possibile l’impianto di selezione della frazione secca dei rifiuti che è andato totalmente distrutto, probabilmente per l’azione di una mano criminale. Ritengo fondamentale un immediato incontro a Caltagirone fra tutte le istituzioni coinvolte, in presenza del presidente Musumeci e dell’assessore Baglieri”, ha aggiunto il deputato regionale del Movimento Nuova Autonomia Giuseppe Compagnone

Legambiente Sicilia: “Urge riflessione”

“Quando finirà questa fase di emergenza, sarà utile fare una riflessione sulle cause di questi incendi, ma anche quali azioni mettere in campo per evitare che ulteriori roghi, oltre a provocare danni economici ingenti, creino un’insostenibile situazione emergenziale per la gestione dei rifiuti, oltre a compromettere la salute dei cittadini e degli ecosistemi”, la nota di Legambiente Sicilia.

Lo stesso sito era stato interessato da un altro devastante rogo nel luglio del 2017, proprio in concomitanza con l’avvio del porta a porta integrale per quasi tutti i 15 comuni del comprensorio.

 

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