All’Irccs Oasi Maria SS. di Troina altri tre pazienti guariti dal Covid19. Il secondo tampone consecutivo negativo notificato stamattina alla struttura, rinnova le speranze di medici e curanti impegnati in questa emergenza sanitaria. Complessivamente i guariti salgono a quattro dall’inizio dell’emergenza.

L’annuncio della prima paziente “speciale” guarita era stato comunicato domenica scorsa. Inoltre, diversi secondi tamponi effettuati su alcuni operatori hanno dato esito negativo, ma si dovrà attendere il risultato del terzo test.

Inizia dunque – comunica la Direzione Sanitaria dell’Istituto – una curva discendente che premia gli sforzi dell’Istituto che sin dai primi momenti dell’emergenza, è stato impegnato ad affrontare adeguatamente l’epidemia. Siamo consapevoli di questi primi importanti risultati che ci fanno ben sperare, e confidiamo che presto si possano registrare con soddisfazione i risultati del nostro impegno e della fatica di tutti.

Il bilancio complessivo del contagio a Troina purtroppo aveva raggiunto livelli molto alti. L’ultimo bilancio ufficiale noto è quello del giorno dell’apertura di una inchiesta sull’accaduto. All’istituto di ricerca e cura, che ospita 160 pazienti e nel quale lavorano 150 operatori, a quella data erano 102 i ricoverati contagiati e 60 i lavoratori sanitari anch’essi contagiati, mentre 5 le vittime del coronavirus tra gli ospiti disabili.

La polizia giudiziaria, incaricata dal procuratore di Enna, Massimo Palmeri, ha depositato una informativa conoscitiva sulla vicenda. Nella struttura la Regione ha inviato un commissario per l’emergenza e sono arrivati i medici dell’esercito.

Intanto l’Oasi Maria SS. di Troina, ha avviato un progetto di ricerca per uno studio di follow-up a lungo termine dell’infezione Covid19, in pazienti fragili e con comorbidità.

Un programma di ricerca su scala regionale che si pone l’obiettivo di migliorare la prevenzione e la cura dell’infezione da COVID-19 in tre diverse popolazioni vulnerabili: ovvero persone con disabilità intellettive, con disturbi neurodegenerativi e anziani fragili con comorbidità. Quest’ultime categorie, come è stato possibile constatare per la pandemia in corso, presentano un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2, con particolare attenzione per coloro che vivono in strutture di assistenza a lungo termine e case di cura. Nel progetto di ricerca, che vede capofila l’Irccs Oasi di Troina, anche altri importanti centri sanitari in Sicilia.

Tra le personalità scientifiche coinvolte, insieme alle rispettive Unità Operative, il prof. Giuseppe Nunnari del Policlinico “G. Martino” di Messina, il prof. Bruno Cacopardo dell’Ospedale “Garibaldi” di Catania, il dott. Claudio Costantino del Policlino “P. Giaccone” di Palermo, il prof. Venerando Rapisarda del Policlinico “Vittorio Emanuele” di Catania, la Prof.ssa Stefania Stefani dell’Università di Catania e il dott. Mario Cuccia del Servizio di Epidemiologia dell’ASP di Catania.