Parte la campagna di vaccinazioni all’interno delle carceri e a Piazza Armerina è stato organizzato un incontro, all’interno della locale casa circondariale, sulle vaccinazioni.

Si tratta di un incontro voluto dalla direzione del carcere di Piazza Armerina, in testa il direttore Antonio Gelardi, anche in conformità alle direttive del Dap e del Provveditorato regionale che hanno dato indicazione alle direzioni di stimolare i detenuti per la campagna di vaccinazione. Ecco come è nato l’appuntamento, organizzato dal dirigente sanitario del carcere piazzese, Serafino Di Gregorio, con il benestare del comandante della Polizia Penitenziaria, Salvatore Puglisi, per spiegare agli ospiti perché è necessario vaccinarsi.

Il direttore Gelardi ha riunito i detenuti cedendo la parola a Noemi Rinaldi, che insieme ad Elisa Catalano, entrambe medici del carcere, hanno spiegato la necessità, in un momento di emergenza mondiale come questo, di vaccinarsi. “L’indicazione di procedere al vaccino antinfluenzale e antipneumococco – ha detto la dottoressa Rinaldi – è ancora più forte in un luogo come il carcere in cui, comunque si è costretti a stare assieme in comunità”. La Rinaldi ha spiegato l’origine dei vaccini e la sua evoluzione comunicando che sono già disponibili tutte le dosi per chi volesse aderire alla campagna. Ne è nato un dibattito, proficuo e stimolante, che è servito a chiarire alcuni luoghi comuni sulle vaccinazioni, come quelli che riguardano gli effetti collaterali della vaccinazione.

Anche in Sicilia sono già pronte 1,5 milioni di dosi vaccino anti influenzale acquistate dalla Regione Siciliana, che si è occupata dell’appalto unico regionale per la campagna del 2020. Sono oltre il 60 per cento in più rispetto all’anno scorso: a Palermo, 360mila, a Trapani 215 mila, ad Agrigento 114.600, ad Enna 38mila, a Caltanissetta 54.550, a Messina 233.500, a Catania 269mila, a Siracusa 124mila e a Ragusa, infine, 92mila. Molte le novità introdotte dall’assessorato regionale alla Salute per la realizzazione della campagna.

Rispetto alle stagioni precedenti la vaccinazione oltre ad essere raccomandata ai soggetti a rischio – tra cui pazienti cronici come cardiopatici, diabetici, ipertesi, broncopatici e donne in gravidanza -, sarà estesa anche agli adulti sani in buone condizioni di salute che hanno compiuto almeno 60 anni, invece l’anno scorso era 65; a tutti i bambini con età superiore a 6 mesi che frequentino comunità; ai familiari dei bambini con meno di 6 anni; e, naturalmente, agli operatori sanitari e agli operatori di pubblica utilità.