Rosaria Mastrosimone, docente siciliana di strumento e musica d’insieme al Liceo delle Scienze Umane e Musicali “Secco Suardo” di Bergamo, scrive ai suoi allievi per dare conforto. Ecco le sue parole.

“Ciao a tutti, sono una insegnante di Bergamo che solo per puro caso, per pura fortuna, si trova assieme ai propri cari a Messina. Sono venuta per la vacanze di Carnevale, e da quel momento non sono più riuscita a partire perché l’indomani è scoppiata l’emergenza Coronavirus. Passo le giornate con i miei allievi online. La mia materia, strumento musicale e musica d’insieme mi permette di condividere con loro tante cose anche con il rapporto uno a uno. Ogni giorno che passa leggo lo sconforto nei loro occhi, tanti sono stanchi, angosciati, tanti stanno perdendo persone care. Le modalità in cui si muore sono tremende perché portano via queste persone e i loro cari non possono né vederli né sentirli. Puoi muoiono, e li portano ad essere cremati senza sapere niente.

Le persone continuano a morire. La scuola dove insegno è grande quindi è chiaro che dai numeri non si scappa. Ho parlato ai miei allievi per far loro coraggio, perché qualcuno non ce la fa. Son piccoli quelli di oggi, vanno in secondo anno. Ho detto loro: “Siete un esempio da seguire quindi non è adesso che dovete mollare. Siete degli esempi perché è così che ne usciremo prima. Più stiamo a casa, più teniamo duro prima ne usciremo. Ammaccati sicuramente ma prima ne usciremo. Ho detto loro di farsi forza e di non cedere. Ho promesso che avrei condiviso questo messaggio appena avrei finito la mia lezione che ho la fortuna di fare da casa mia, in campagna, in Sicilia, isolata. Dove ancora nulla è arrivato, si spera, se i miei concittadini cominciano a capire la gravità della cosa. Mi sento una persona fortunata e proprio per questo ho l’obbligo etico e morale di divulgare questo messaggio.
Mi rivolgo anche a tutti i miei colleghi insegnanti:  i ragazzi hanno bisogno di voi, non isolate consegne di compiti. Hanno bisogno di noi, del nostro sostegno. Lo gridano a gran voce, lo dicono in tutti i modi, lo vedi dagli sguardi, dalle voci, dalle teste, dai cappucci neri che cominciano a circolare nelle video chat. Di persone che prima lontanamente avrebbero pensato di tenere un cappuccio in testa. Non vanifichiamo il sacrificio di tutti, non facciamo gli stupidi, seguiamo l’esempio dei nostri bergamaschi, dei miei allievi bergamaschi. E tuteliamoci tutti. Forza Bergamo, forza ragazzi, siete nel mio cuore! Docenti, fategli compagnia. Io sto organizzando i tornei al di fuori delle lezioni, di scrabble (scarabeo), del gioco “nome, cose e città”. Facciamogli compagnia, ai ragazzi, ai genitori, aiutiamoli. Aiutiamoci a superare questo momento e a resistere. La resistenza è fondamentale. Un abbraccio a tutti”.

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