Disco verde dall’Ars alla norma che mette in moto il sistema del riutilizzo delle acque reflue. Da oggi la Sicilia ha uno strumento in più per affrontare le problematiche legate alle ricorrenti crisi idriche che affliggono l’intera regione con particolari conseguenze negative per il settore agricoltura. Con l’approvazione del disegno di legge Compagnone, votato ieri pomeriggio all’unanimità dall’Assemblea Regionale Sicilia, la Sicilia diventa di fatto la prima regione d’Italia a dotarsi di una norma sul riutilizzo delle acque reflue che consentirà l’impiego delle acque depurate per usi irrigui.

Cosa si prevede con la norma

“La norma prevede la possibilità di intervenire attraverso la realizzazione di sistemi di affinamento o di fitodepurazione che, oltre ad abbassare notevolmente i costi di approvvigionamento per gli utenti, riuscirebbero ad innescare meccanismi virtuosi di economia circolare, volta al riuso delle acque – precisa l’onorevole Giuseppe Compagnone –. Si tratta di una norma predisponente che consentirà alla Regione di poter attingere alle ingenti somme che la Comunità Europea destina, attraverso una normativa specifica, al riutilizzo delle acque reflue”.

Nessun aggravio sulle casse regionali

Una norma a costo zero quindi per il bilancio regionale, con la quale la Regione Siciliana potrà affrontare la piaga della carenza di risorse idriche. “Ringrazio innanzitutto la presidente Savarino ed i colleghi della commissione Territorio e Ambiente con i quali abbiamo lavorato insieme al disegno di legge, e tutti i colleghi deputati che hanno compreso l’importanza strategica di questa norma, approvandola in aula all’unanimità”.

Come funziona il sistema

Le acque reflue recuperate potranno essere conferite dai gestori degli impianti di depurazione ai gestori delle reti di distribuzione che, in relazione alle destinazioni, potranno essere i consorzi di bonifica, i consorzi di agricoltori, le industrie, i consorzi industriali, gli enti locali o l’Irsap che a loro volta potranno attivare delle convenzioni con gli utilizzatori finali. Da tempo in Sicilia si parlava di un sistema del genere per permettere anche un contenimento dell’utilizzo delle risorse idriche che specie nel periodo estivo vengono a scarseggiare.

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