Cgil, Cisl e Uil hanno inviato oggi la lettera-appello sulla crisi della città al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’hanno consegnata al presidente del consiglio comunale, Salvatore Orlando, che ha ricevuto i rappresentanti sindacali a palazzo delle Aquile. Ad amministrazione, assise e forze politiche il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo-Trapani Leonardo La Piana e per la Uil Palermo Ignazio Baudo, hanno rappresentato nel documento congiunto la loro preoccupazione per lo stato di dissesto del Comune e per le sorti della città.
I contenuti della lettera simbolica
Oggi la consegna simbolica della lettera nelle mani del consiglio comunale, chiamato in questi giorni a discutere del bilancio, del piano di riequilibrio dei conti e della rimodulazione della Tari. “Ci avviamo ogni giorno di più a un pericoloso punto di non ritorno – è la preoccupazione espressa dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Palermo -. Le difficoltà nel predisporre il bilancio, i problemi nella gestione delle aziende partecipate e il contenzioso tra il Comune di Palermo, in quanto unico socio, e le stesse aziende avrebbe bisogno, per evitare drammi già visti, di un ambizioso programma di rilancio e di proposte condivise con la città, i lavoratori, le forze produttive e i cittadini. Ad oggi, aldilà dei buoni propositi, registriamo un più generale arretramento sia nella qualità dei servizi, che nella visione della Palermo del futuro”.
Serve percorso condiviso
Con il presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando si è stabilito di avviare un percorso, da realizzare insieme “per chiarire e affrontare i temi che riguardano il bilancio e il piano triennale delle opere pubbliche”. “Consegnerò la nota di Cgil, Cisl, Uil al consiglio comunale e chiederò alla conferenza dei capigruppo di fare un incontro in presenza, ai primi di settembre, anche un consiglio comunale aperto, per gestire l’emergenza e stabilire un percorso condiviso che consenta alla città di arrivare a fine consiliatura – ha detto Salvatore Orlando -. Ci troviamo in una fase delicata, moltissimi comuni siciliani si trovano in una situazione di crisi, ma la crisi di Palermo, quinta città d’Italia, è quella che preoccupa di più”.
I sindacati propongo un tavolo
“Occorre istituire un tavolo dove fare chiarezza su una serie di argomenti, va bene anche l’idea di un consiglio comunale aperto alla città, per provare a condividere un percorso con le forze produttive, sociali e sindacali. Oggi – proseguono Ridulfo, La Piana e Baudo – il nostro appello è a tutti, dal sindaco agli assessori, dagli amministratori alle forze politiche, dai gruppi presenti in consiglio comunale ai cittadini: bisogna mettere al centro gli interessi della città e trovare soluzioni, è necessario che gli interessi di parte tengano conto di un più importante e superiore interesse generale”.
Il grande nodo la riscossione dei tributi
Affrontato anche il problema della difficoltà nella riscossione dei tributi, a partire dalla Tari. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito che occorre “semplificare e facilitare la fedeltà fiscale del cittadino, dei commercianti e delle imprese, che hanno diritto a servizi efficienti, per i quali, dall’altro canto sono tenuti a contribuire”. Il tema dei bilanci dei Comuni e del Comune di Palermo per Cgil, Cisl e Uil si intreccia a doppio binario con le possibilità della ripartenza. “Le difficoltà dei Comuni e del Comune di Palermo, diciamolo chiaramente, rischia di uccidere la ripresa e di mettere a rischio la possibilità di presentare progetti a valere del Pnrr”, hanno aggiunto Ridulfo, La Piana e Baudo durante il confronto.
Evasione record e il fallimento di Riscossione Sicilia
Con la consegna della lettera, si chiede un riscontro ai problemi evidenziato, tra cui l’altissima evasione a Palermo: “Come è noto, il Comune di Palermo versa in una condizione di bassissima capacità di riscossione delle proprie entrate, che produce un crescente accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, il cui effetto è il continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria. Inoltre, è inaccettabile che la riscossione delle entrate, attraverso Riscossione Sicilia, nel periodo 2000-2018, sia stata appena dell’1,89 per cento, cioè dei 939 milioni di euro se ne sono riscossi appena 17 milioni”.
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