I ritardi nell’erogazione degli stipendi ai lavoratori dei Consorzi di bonifica siciliani accendi gli ultimi scampoli di polemica in questa legislatura all’Ars oramai agli sgoccioli. Il deputato Giovanni Di Caro attacca il presidente della Regione Nello Musumeci e l’intero governo regionale, accusati di non aver stanziato ancora i fondi necessari a questi enti, che gestiscono impianti ed erogazione idrica per fini irrigui in tutta la Sicilia, per poter liquidare gli stipendi agli operai. Un problema di non poco conto in tempi in cui l’inflazione è galoppante ed il potere di acquisto ha dato una mazzata alle classe sociali meno abbienti.

“Priorità alla campagna elettorale”

“Nel pieno delle battaglie interne del centrodestra per la scelta del candidato presidente della Regione, il governo uscente ha dato priorità ai temi della campagna elettorale anziché provvedere al pagamento delle somme necessarie ai consorzi di bonifica per le dovute spettanze al personale che non percepiscono lo stipendio dallo scorso mese di luglio”. E’ la denuncia del deputato uscente e candidato all’Ars del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Di Caro, che parla dei ritardi sui pagamenti degli stipendi agli operai dei consorzi di bonifica siciliani.

“Gravi e inaccettabili ritardi”

“Non solo questi lavoratori, sono oltre 200 in Sicilia – aggiunge Di Caro -, devono fare i conti con il precariato che da oltre venti anni li costringe a vivere nell’incertezza occupazionale, ma adesso, specie in questo periodo di preoccupante inflazione, devono anche subire questi gravi e inaccettabili ritardi nei pagamenti degli stipendi. Il governo uscente, provveda a decretare le somme destinate ai consorzi di bonifica per restituire dignità a questi lavoratori”.

Condizione di precari

Il parlamentare ha voluto anche aprire la questione relativa alla condizione di precariato di questi lavoratori: “Musumeci, subito dopo il suo insediamento aveva minacciato la chiusura dei consorzi di bonifica, successivamente invece aveva promesso una legge di riforma che avrebbe permesso di stabilizzare buona parte degli operai. Ad oggi – conclude Di Caro – nulla è stato fatto e l’odissea di questi lavorati, purtroppo continua”.

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