La seconda ondata di Covid19 sta mettendo sotto pressione gli ospedali palermitani.
“Le terapie intensive sono la parte più critica dell’assistenza. Al momento la situazione non è emergenziale però potrebbe diventarlo tra 15 – 20 giorni. La situazione è seria, non è semplicissimo smistare i pazienti. Ci sono manovre che devono essere fatte per assicurare la dimissione e prendere un paziente nuovo”.
Lo ha dichiarato ieri Antonio Cascio, direttore dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, ospite della seconda puntata della 16esima edizione di Casa Minutella su BlogSicilia.it.
Difficile la situazione all’ospedale Civico. Come si legge sul Giornale di Sicilia, il pronto soccorso del nosocomio potrebbe restare aperto per accogliere solo i malati Covid19, indirizzando gli altri pazienti negli altri ospedali della città. Il più grande pronto soccorso di Palermo ha infatti la necessità di garantire prestazioni migliori a persone con gravi difficoltà respiratorie.
L’area di emergenza del Civico dispone di 31 posti, che non appena si liberano vengono immediatamente occupati da altri pazienti Covid19 da curare.
Tanto che è stato necessario trasferire otto pazienti all’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.
I problemi al Civico però rimangono e la nuova ondata di positivi ha bisogno di cure immediate, ed è proprio al Civico che ci sono il personale qualificato ed i ventilatori polmonari per i casi più gravi di Covid19.
L’ultimo bollettino sui contagi, aggiornato a ieri pomeriggio, non lascia ben sperare, è infatti nuovo record di malati.
Sono 796 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore. Salgono così a 8540 gli attuali positivi, 640 più rispetto al giorno precedente. Di questi 677 sono i ricoverati: 588 in regime ordinario e 89 in terapia intensiva con un incremento di 6 ricoveri rispetto al giorno precedente. 7.863 persone si trovano in isolamento domiciliare. Anche ieri si sono registrate nuove vittime, sono ben 8 i decessi che portano il totale a 397. I guariti sono 98. I tamponi effettuati sono 7.732.
I ricoveri sono in crescita, e se questo trend dovesse continuare, il pronto soccorso del Civico verrebbe destinato solo ai casi Covid19, mentre Villa Sofia dovrebbe occuparsi di seguire i ricoveri normali con l’aiuto dell’Ingrassia, del Buccheri la Ferla e del Policlinico.
Nel frattempo, sono 92 gli infermieri che hanno partecipato alla selezione pubblica indetta dall’Azienda “Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello” nell’ambito degli “Interventi per l’emergenza da Covid-19 e che saranno immessi in servizio subito (previa accettazione).
Il bando indetto, in linea con le misure straordinarie di reclutamento (delibera n. 1265 del 09/10/2020), nella ratio di fronteggiare l’emergenza da Coronavirus e per garantire con urgenza i livelli essenziali di assistenza, comprese le cure intensive e subintensive necessarie alla cura dei pazienti affetti dal virus, ha trovato, pertanto, sollecita risposta.
Si tratta di incarichi di lavoro autonomo, libero professionale e co.co.co. Durata fino al 31 dicembre 2020, “prorogabile in ragione del perdurare dello stato di emergenza”.
L’elenco dei candidati, come da “presa d’atto” n. 1312 del 22 ottobre 2020, è consultabile sul sito web aziendale.
Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo spiega: “Rispetto ai giorni scorsi la situazione si sta normalizzando e siamo sempre in fase di ricezione di pazienti Covid positivi. Questo è stato necessario perché c’era un quantitativo di pazienti che necessitavano di assistenza respiratoria Covid positivi che non avevano trovato collocazione nei posti che sono in via di predisposizione.
Siamo stati un po’ in difficoltà nella giornata di lunedì ma già nelle ore successive al primo pomeriggio la situazione era in fase di rientro.
C’è necessità di implementare con velocità i posti dedicati ai pazienti Covid19.
Già tanti ne sono stati creati ma bisogna crearne degli altri nelle prossime ore”.
E ancora: “Si stanno predisponendo qui al Civico altri posti per i pazienti positivi, l’ospedale di Marsala è già attivo da alcuni giorni, Partinico sta funzionando e ci sta dando delle disponibilità quotidianamente, speriamo di poter rientrare nel nostro ruolo naturale quanto prima, perché è un’area di emergenza che interviene tempestivamente.
In questa fase il sistema sanitario messo sotto stress ha risposto devo dire molto bene.
Patologie tempo-dipendenti come ictus e infarti del miocardio sono state trattate immediatamente.
Sui tempi di ripristino della funzione naturale dell’area di emergenza c’è una incognita, legata all’andamento di questa escalation di pazienti che hanno bisogno di una assistenza respiratoria.
L’area di emergenza del pronto soccorso dell’ospedale Civico ha una grande ricettività ed anche una dotazione strumentale che consente di trattare i pazienti con problemi respiratori Covid positivi”.
Conclude Geraci: “Sicuramente ci sono delle aree di emergenza che sono in sofferenza. Penso soprattutto a Villa Sofia che si trova in questo momento come unica grande area di emergenza a dover fronteggiare una situazione che è anche quella che la vede isolata geograficamente essendo l’ospedale Cervello dedicato anch’esso ai pazienti Covid.
Quelle che sono state le emergenze vere, hanno trovato comunque risposta nei pronto soccorso che hanno potuto continuare a svolgere attività ordinarie, come il Policlinico e il Buccheri La Ferla, l’Ingrassia.
Non credo si siano verificate condizioni di mancata assistenza ai pazienti no Covid.
Per ora si sente parlare di cure ai pazienti Covid mentre i pazienti no Covid non avrebbero l’assistenza dovuta. Questo è assolutamente falso.
Tra qualche settimana molti pazienti Covid avranno bisogno di prestazioni di alta specialità.
Dobbiamo settare un sistema che possa garantire prestazioni sia per quanto riguarda la quantità sia per quanto riguarda la qualità, tanto ai pazienti no Covid quanto ai pazienti Covid positivi.
Il fatto che l’area di emergenza al Civico in questo momento svolga un ruolo diversificato è un fatto ci auspichiamo temporaneo ma in questo momento utile al sistema sanitario e alle emergenze”.
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