I segretari degli edili di Feneal Uil Tirrenica, Filca Cisl Palermo Trapani e Fillea Cgil Palermo esprimono forte preoccupazione sulla gestione dei lavoratori comunali del Coime rispetto alle norme restrittive scattate per l’emergenza Covid-19.
“Riteniamo estremamente doveroso fare emergere quanto appaiono inspiegabili e incomprensibili, secondo il nostro parere, le modalità di gestione del personale del Coime del Comune di Palermo”, dicono le tre sigle in una nota unitaria rivolta all’indirizzo dell’amministrazione comunale.
Nei giorni scorsi, alla ripresa delle attività, i sindacati degli edili si sono recati nei principali cantieri del Coime, riscontrando diverse criticità, come la mancanza delle dotazioni dei dispositivi individuali di protezione. Feneal, Filca, Fillea, che hanno chiesto più volte l’intervento del Comune, hanno anche provveduto a segnalare le “gravi inadempienze” registrate in questi mesi di pandemia agli organi ispettivi preposti.
Il monitoraggio delle condizioni di lavoro nei cantieri del Coime, infatti, è iniziato subito, sin dalla prima metà del mese di marzo, con l’avvio della fase di riorganizzazione delle attività lavorative legato all’esplodere dell’emergenza coronavirus. Dichiarano i tre segretari generali Ignazio Baudo, di Feneal Uil tirrenica, Francesco Danese di Filca Cisl Palermo Trapani e Piero Ceraulo di Fillea Cgil Palermo: “A distanza anche di 10 giorni dalla dichiarazione di lockdown, gli uffici di diverse ripartizioni o settori, nonostante le ripetute segnalazioni delle organizzazioni sindacali, non avevano impartito, attraverso i dirigenti preposti, molte volte irreperibili, le disposizioni di servizio al personale dipendente, che continuava a recarsi nei luoghi di lavoro spesso affollati, in barba al distanziamento sociale”.
C’è di più. Lo stesso personale dipendente, aggiungono Feneal, Filca e Fillea, ha continuato a prestare servizio senza avere ricevuto i dispositivi di protezione individuali. “E e laddove i dispositivi erano stati forniti, presentavano caratteristiche non conformi alle prescrizioni di legge e comunque non era assicurato il ricambio continuo previsto. Anche in questa circostanza -aggiungono Baudo, Danese e Ceraulo – abbiamo formalmente chiesto che venissero distribuiti i dispositivi, secondo le precise disposizioni di legge, e di questa richiesta abbiamo avvisato anche la Prefettura. Ci risulta, inoltre, che in diversi ambiti in cui prestano attività diversi lavoratori del Coime, come le guardie giurate (che hanno il contratto dell’edilizia), le mascherine non vengono garantite ogni giorno e che gli stessi lavoratori vengono impiegati in servizi dove si registra giornalmente un livello di sovraffollamento fuori controllo”.
I sindacati degli edili hanno chiesto subito all’amministrazione di provvedere all’adozione e al conseguente rispetto del protocollo di sicurezza, nonché all’istituzione del comitato di verifica. “Ma anche in questa circostanza, abbiamo registrato un nulla di fatto – proseguono i tre segretari – Eravamo ben consapevoli che la pandemia e i timori di diffusione del contagio da Covid 19 avrebbe sconvolto e stravolto abitudini e modi di vivere. Ma non avremmo mai immaginato un caos tale in quegli ambienti istituzionali che avrebbero dovuto rappresentare un modello e un esempio nella diffusione del senso di certezza e rispetto delle leggi”.
Alto anche il conto dei disagi economici patiti dai lavoratori. “Avevamo ben chiara la gravità del disagio economico sociale che sarebbe conseguentemente derivata. Certamente come organizzazioni sindacali non staremo a guardare – continuano Baudo, Danese e Ceraulo – Il senso di responsabilità delle istituzioni governative centrali si è concretizzato con interventi importanti volti a contenere il disagio economico. Eppure, abbiamo dovuto prendere atto di un atteggiamento, da parte del Comune di Palermo, in barba a quanto prescritto dalla legge in merito all’obbligo di fruizione delle ferie, che ha generato gravi ripercussioni di carattere economico nei confronti dei lavoratori del Coime. La fruizione obbligatoria delle ferie dell’anno 2020 per tanti ha determinato la sottrazione di buona parte della retribuzione e ha causato gravi problemi ai tanti lavoratori e lavoratrici dipendenti”.
“Una buona amministrazione – continuano Feneal, Filca e Fillea – non può disattendere quanto prescritto dalle leggi, come altresì non si può mortificare l’equilibrio economico di centinaia di famiglie, che oggi non sono nelle condizioni di potere fare fronte agli impegni e alle scadenze. Ancora peggio se consideriamo l’inadempienza ormai acclamata della costituzione del Comitato di sorveglianza e l’applicazione del protocollo Sicurezza. Certamente, Feneal Uil Tirrenica, Filca Cisl Palermo Trapani e Fillea Cgil Palermo, per tutti questi problemi, tuteleranno in ogni luogo i diritti di tutti i lavoratori e delle lavoratrici che da oltre trent’anni, con il loro impegno, hanno contribuito a dare lustro a questa amministrazione, curando l’arredo urbano, strade, musei, edifici scolastici, il centro storico, e non solo”.
I sindacati degli edili concludono la loro nota ricordando al Comune di Palermo che la diffusione della pandemia “non è scaturita da colpe dei lavoratori del Coime e che sta in capo al datore di lavoro prodigarsi affinché si adottino tutte le misure necessarie alla tutela della salute dei lavoratori, nel rispetto dei diritti contrattuali”.
I cantieri privati si sono organizzati con maggiore disciplina. Lo sostengono sempre Feneal, Filca e Fillea: “Se le attività produttive private, seppur con infinite difficoltà, hanno già da tempo provveduto a riorganizzarsi secondo le buone regole, non si comprende questo ingiustificabile stato di cose all’interno di una pubblica amministrazione che, per di più, continua a ‘snobbare’ le molteplici richieste e intimazioni fatte dalle scriventi associazioni sindacali, che più volte hanno espresso la volontà di individuare insieme la soluzione dei problemi”.
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