Sono 442 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 13.272 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 501. L’incidenza sale al 3,3% ieri era 2,3%.

L’isola è al sesto posto per contagi, al primo c’è il Veneto con 712 casi, al secondo l’Emilia Romagna con 651 casi, al terzo il Lazio con 595 casi, al quarto la Campania con 525 casi e al quinto posto la Lombardia con 506 casi.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

Gli attuali positivi sono 9.432 con un aumento di 355 casi. I guariti sono 84 mentre si registrano 3 vittime, che porta il totale dei decessi a 7.093.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono adesso 384 ricoverati, con 8 ricoverati in più rispetto a ieri in terapia intensiva sono 46, quattro in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Sul fronte del contagio nelle singole province  Palermo con 54 casi, Catania 101, Messina 135, Siracusa 23, Ragusa 20, Trapani 37, Caltanissetta 5, Agrigento 61, Enna, 6.

Contagi triplicati in un mese a San Gregorio di Catania

“Dai 12 positivi del 19 ottobre scorso, i contagiati a San Gregorio di Catania sono diventati 33, tutti domiciliati tranne uno in altra struttura. Gli isolati si attestano a 53 unità. Una situazione che risente dell’andazzo nazionale e dell’arrivo dell’inverno e dell’acuirsi della diffusione virale”. Lo rende noto il sindaco, Carmelo Corsaro, che esorta la cittadinanza a vaccinarsi perché è l’unico modo per contrastare la diffusione del virus.

I dati delle vaccinazioni

Secondo i dati relativi ai contagiati la maggior parte di loro è al di sotto dei 60anni e non vaccinata. Tra i contagiati vi è pure qualche anziano vaccinato.
“I sangregoresi over 60 si sono dimostrati molto diligenti – sottolinea Corsaro – tant’è che l’86,75 per cento di loro, esattamente 2.710 cittadini su un campione di 10.181 vaccinabili, ha assunto una prima dose. Nell’insieme gli immunizzati totali sono circa il 76 per cento. Un aumento di quasi 3 punti percentuale rispetto agli ultimi dati. Di fatto dal 73,03 per cento del 19 ottobre si è passati al 75,80 per cento del 12 novembre (7.717 cittadini immunizzati). Un ritmo lento rispetto alle altre medie e rispetto all’acuirsi della diffusione del virus in Italia”.

Gimbe: “Situazione complessa”

“Quella attuale è una situazione complessa per poter fare previsioni, ma è certo che nei prossimi mesi mascherine e vaccini saranno cruciali per tenere basso il numero di contagi e ricoveri”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ di Radio Cusano Campus.
“Abbiamo grandi difficoltà a sviluppare modelli previsionali perché sono tante le dinamiche in gioco. Più aumentano i casi – ha osservato Cartabellotta – e più aumentano i ricoveri, ovviamente in misura minore rispetto all’era pre-vaccino. Quanto più si utilizzano precauzioni come le mascherine tanto più si riduce la circolazione del virus”. Inoltre “quanto più abbiamo una copertura vaccinale elevata, anche con le terze dosi, tanto più si riducono i ricoveri”.

Incertezza verso il Natale

Per il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, le uniche certezze sono il fatto che bisogna andare avanti con la campagna di vaccinazione e tenere alta la guardia.

La crescita attuale della curva epidemica, prosegue Marinari, “è di tipo esponenziale, con i casi positivi che sono cresciuti molto rapidamente nell’ultima settimana, in modo molto simile alla crescita dell’anno scorso. Ora la crescita è molto rapida. Per una decina di giorni sembrava avere rallentato, in un periodo di pausa dall’esito incerto, ma poi – osserva – è ripartita in modo esponenziale”. Al momento, prosegue, “non si vede un picco e la situazione è resa ancora più difficile dalla presenza di gruppi di persone vaccinate e di non vaccinati.

Questo rende la dinamica più complessa rispetto all’anno scorso, quando c’era un virus che si evolveva fra gruppi di persone confrontabili: oggi la presenza di vaccinati e non vaccinati rende tutto più complicato perché cambiamenti nei comportamenti potrebbero portare a un rallentamento come a un’accelerazione”. Per il fisico “ancora una volta ci troviamo in un territorio nuovo, come accade da sempre con questo virus. Non sappiamo che cosa succederà”. L’incertezza che ha accompagnato questa pandemia fin dall’inizio continua a farsi sentire anche in questo mese che precede il Natale.