Sono 613 i nuovi positivi covid19 che si registrano oggi in Sicilia con 25.187 tamponi processati e una incidenza poco superiore al 2,4%. La regione si trova anche oggi al dodicesimo posto nel numero dei nuovi contagi giornalieri

Le vittime, i guariti e gli attuali positivi

Le vittime sono state 15 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 4.075. Gli attualmente positivi sono 27.026 ovvero 664 casi in meno rispetto a ieri. I guariti che sono 1262.

La situazione negli ospedali

Negli ospedali tornano a diminuire i ricoveri e adesso sono 930, 16 in meno rispetto a ieri ma salgono, invece, i ricoveri in terapia intensiva dove adesso sono 131, ovvero 1 in più rispetto a ieri.

La distribuzione nelle nove province

La distribuzione nelle province vede Palermo con 214 casi,  Catania 99, Siracusa 75, Messina 69, Agrigento 64, Ragusa 41, Caltanissetta 27, Enna 12,  Trapani 12.

Segnali preoccupanti dal contagio nazionale

Segnali preoccupanti di ripresa del contagio da covid19 in Italia vengono registrati da tutti gli indicatori ministeriali e indipendenti

8 regioni a rischio riempimento terapie intensive

Erano 6 una settimana, ma salgono ora a 8, le regioni che superano la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Si tratta di Abruzzo (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (33%), Marche (36%), Molise (36%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (39%), Umbria (57%). E’ quanto si apprende dal monitoraggio pubblicato sul portale dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), aggiornato al 24 febbraio.

L’inversione di tendenza del contagio rilevato dalla Fondazione Gimbe

Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi di Covid19, nella scorsa settimana si registra “un’inversione di tendenza con un incremento che, a livello nazionale sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose”. E in 41 province l’incremento dei nuovi casi è superiore al 20%. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Nel dettaglio, nella settimana 17-23 febbraio 2021, rispetto alla precedente, si nota un incremento dei nuovi casi (92.571 rispetto a 84.272, pari a +9,8%), a fronte di un numero stabile di decessi (2.177 rispetto a 2.169). In lieve riduzione, invece, i casi attualmente positivi (387.948 rispetto a 393.686, pari a -1,5%), le persone in isolamento domiciliare (367.507 rispetto a 373.149, pari a -1,5%) e i ricoveri con sintomi (18.295 rispetto a 18.463, pari a -0,9%), mentre risalgono le terapie intensive (2.146 rispetto a 2.074, pari a +3,5%).

“L’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente – spiega – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è l’indicatore più sensibile per identificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni”. In particolare, nella settimana 17-23 febbraio in ben 74 province su 107 (68,5%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in 41 Province; in 11 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in 10 Regioni sale l’incremento percentuale dei casi totali. “Questi dati – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare è molto rischioso perché la situazione rischia di sfuggire di mano”.

Ma il governo pensa a riaperture da aprile

“Stiamo lavorando per una graduale riapertura dei luoghi di cultura. Il ministro Franceschini ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. È un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione”. Così la ministra Gelmini agli Enti locali durante l’incontro con le Regioni. “Un segnale che speriamo possa presto coinvolgere anche altre attività economiche – ha detto Gelmini secondo quanto si apprende -. Non dobbiamo correre il rischio di dare un messaggio sbagliato ai cittadini, bisogna assolutamente scongiurare la terza ondata. Ma lavoriamo, con fiducia, per un graduale, responsabile e attento ritorno alla normalità”.