“Lancio un accorato appello al Presidente dell’Assemblea Regionale siciliana, agli onorevoli deputati e deputate dell’ARS e al Presidente Nello Musumeci, per l’introduzione della doppia preferenza di genere nel consiglio della Regione Siciliana che ancora disattende, oltre che la legge, i principi della Costituzione posti dall’art.3, in primis, dall’art. 51 e dell’art. 117,e quanto stabilito dal Consiglio dei Ministri che prevede l’introduzione della doppia preferenza di genere nelle elezioni regionali”.
Lo dice Elisabetta Liparoto, coordinatrice di Cantiere Popolare a Borgetto (Palermo).
Prosegue Liparoto: “Ebbene, la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano ancora non hanno adeguato le loro leggi regionali alla norma nazionale che, sebbene riguardi le regioni a statuto ordinario, pone la democrazia paritaria come compimento del nostro sistema rappresentativo”.
“La doppia preferenza – conclude Liparoto – è ormai baluardo a difesa del principio di un’eterogenea composizione delle liste, nonché delle assisi politiche, che garantiscono pluralismo e soluzioni multiformi ai problemi delle nostre città e della società in genere. Quanto detto non può che arricchire il dibattito politico a vantaggio della comunità e dare il giusto equilibrio alla parità di genere”.
La questione della doppia preferenza di genere è quanto mai attuale e ‘scottante’.
A tal proposito aveva espresso la sua opinione, lo scorso anno, anche Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars che aveva dichiarato: “Una norma che introduca la doppia preferenza, già in vigore per le elezioni comunali, anche nelle consultazioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale è un atto di civiltà e di democrazia che proietterebbe la Sicilia verso una politica di rispetto del ruolo e dell’importanza delle donne in politica, rimuovendo gli ostacoli che oggi impediscono la parità nelle cariche elettive”.
Già nel 2018, Giuseppe Milazzo, allora capogruppo di Forza Italia all’Ars, ed oggi eurodeputato, aveva spiegato a BlogSicilia le ragioni della sua iniziativa legislativa che aveva causato la sommossa di molte donne in politica.
Aveva infatti dichiarato: “La doppia preferenza di genere è una stortura del sistema elettorale che permette di controllare il voto mascherando questa norma come se nascesse per rispettare le donne. Non è così. La legge va cambiata per impedire questo inaccettabile strumento di controllo”.
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