Strade sporche, al buio e con mezzi pubblici ridotti all’osso. E’ un inizio difficile di 2024 per le società Partecipate del Comune di Palermo. Rap, Amat e Amg: tre faldoni nelle mano del sindaco Roberto Lagalla e su cui una soluzione reale al momento sembra non esserci.
La crisi delle società Partecipate del Comune di Palermo
Sembrano lontani i tempi della scorsa primavera quando, fra mille sorrisi ed applausi, si accoglievano le nuove governance delle Partecipate. Nomine che ponevano fine ad una diatriba fra i partiti del centrodestra durata mesi e nella quale Roberto Lagalla ha dovuto bilanciare numerose richieste. Ed oggi che i dissidi fra Forza Italia e Fratelli d’Italia sono tornati in auge ad ogni livello, le stesse società soffrono le pene dell’inferno. Ciò a causa dei ritardi sui documenti programmatici necessari all’azione amministrativa e alle altrettanto ben note carenze di personale e di mezzi. Fra la spazzatura che invade i marciapiedi della città, i pochi mezzi del trasporto pubblico e il fatto che decine di punti luce rimangono spenti ogni sera, la situazione in città sembra essere decisamente deficitaria.
A problemi complessi servono soluzioni complesse, questo va detto. Bisognerebbe partire dal recuperare quanto non è stato fatto in passato. Ciò a cominciare dalle redazione dei nuovi piani industriali e di fabbisogno del personale, propedeutici alla sottoscrizione dei futuri contratti di servizio. Senza programmazione i presidenti non cantano messa. Ma i margini di manovra sono decisamente scarsi. Gli uffici del Controllo Analogo premono sull’Amministrazione Comunale affinchè vengano rispettati i limiti posti dal piano di riequilibrio così come modificato nel mese di luglio 2022. Ciò, chiaramente, ha la logica conseguenza per il sindaco e la sua Giunta di non potere aumentare i corrispettivi da destinare ai bracci armati dell’Amministrazione. In pratica, i fondi rischiano di rimanere uguali a fronte di costi comunque in crescita. Un rapporto, quello fra il Comune e le sue Partecipate, che ha vissuto giorni migliori. Ciò dopo gli ultimatum arrivati da Palazzo delle Aquile alle stesse società, con lo “spettro” sempre più concreto di un partenariato pubblico-privato che, in futuro, si potrebbe trasformare in un’esternalizzazione o privatizzazione di servizi.
I rifiuti invadono la città, il caso Rap
Ad aprire il 2024 di polemiche sul fronte Partecipate c’è il caso Rap. La società di piazzetta Cairoli è in difficoltà sul fronte della raccolta dei rifiuti. Lo è soprattutto sotto il profilo operativo. La carenza di personale, unita al ritiro della firma dagli accordi sui doppi turni da parte dei sindacati, pone non poche difficoltà all’azienda guidata dal presidente Giuseppe Todaro. Gli uomini da impiegare sono pochi e l’arretrato da smaltire è tanto. Dopo l’ultimo tavolo tecnico, dal Comune è filtrata l’apertura di procedere, nel medio periodo, all’assunzione di 150 nuove unità lavorative. Troppo poche rispetto ai concorsi attualmente in essere per l’assunzione di 306 operatori ecologici e 46 autisti. Fatto che ha lasciato scontenti i sindacati, su cui si è calato nei giorni scorsi l’affondo politico dell’assessore Pietro Alongi. “Il lieve e ritardato pagamento di impegni economici pregressi non può giustificare l’estemporanea disdetta di accordi sindacali volontariamente sottoscritti, arrecando danno alla città”, ha commentato l’esponente di Forza Italia a margine dell’incontro con i vertici della Rap. Dichiarazioni che sanciscono la distanza che regna attualmente fra il Comune e le sigle dei lavoratori.
Lo sciopero di Amat
E qualche mal di testa al sindaco lo ha causato anche lo sciopero degli autisti di Amat convocato per oggi. Dalle 9 alle 13, i dipendenti dell’azienda di via Roccazzo incroceranno le braccia per ribadire il proprio dissenso rispetto al mancato aumento degli stipendi e all’ennesimo rinvio della questione legata al nuovo contratto di servizio. A nulla sono valsi gli appelli della politica e le numerose riunioni avute fino ad oggi. La situazione è rimasta impantanata. L’azienda, nel prossimo futuro, si troverà ad affrontare sfide importanti, come ad esempio la gestione della fase due del sistema tram di Palermo. Ma per farlo dovrà avere basi solide, a cominciare proprio dal personale, dai mezzi e dalla questione dei conti.
Palermo al buio, gli attacchi ad AMG
C’è poi il caso politico nato sul futuro della società AMG, destinataria dei servizi legati all’illuminazione pubblica. Il ritiro dello stato d’agitazione da parte dei sindacati è sembrato più un armistizio che una presa d’atto di una avvenuta soluzione ai problemi dell’azienda di via Tiro a Segno. Fatto che comunque ha permesso di tirare un sospiro di sollievo al presidente Francesco Scoma. Ciò almeno fino ai primi affondi dall’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando. L’esponente di Italia Viva ha risposto a delle dichiarazioni dello stesso Scoma. Parole con le quali il presidente di AMG puntava il dito contro alcuni scavi condotti in città. Interventi che avrebbero danneggiato, a suo parere, la funzionalità di alcuni punti luce. “Non credo che il Comune in questo anno abbia arrecato danno a servizi pubblici. Anzi li abbiamo arricchiti di qualità – ha dichiarato Orlando lo scorso 20 dicembre -. Tutte le note che si muovono in direzione opposta, si commentano da sole”. Ma se Scoma poteva aspettarsi una replica da Salvatore Orlando, è giunto più inaspettato l’affondo di Sabrina Figuccia. Un derby in piena regola in casa Lega, mosso tutto su una lotta di numeri sugli impianti luce non funzionanti in città. La Figuccia ha citato i numeri forniti dal sindacato Ugl durante una seduta di commissione consiliare, dichiarando che si tratta del 70% degli impianti cittadini. Cifre ridotte di molto da Scoma che, in una nota di replica, ha parlato del 5%. Al di là della percentuale, i lavori attualmente in corso in città non bastano. Serve qualcosa in più per riaccendere la luce in città, soprattutto in periferia.
Il messaggio al sindaco: “Consolidare le Partecipate”
Uno scontro, quello fra sindacati e Comune, sul quale sono intervenuti il presidente cittadino di Italia Viva Toni Costumati e il presidente provinciale del partito Giandomenico Lo Pizzo. “Auspichiamo che le parti (Aziende, Amministrazione comunale e forze sindacali rappresentanti dei lavoratori) si riuniscano attorno ad un tavolo allontanando i rischi di conflitti che nuocciono alla contrattazione e soprattutto al miglioramento dei servizi e in tal senso valutiamo positivamente i passi del Sindaco Lagalla in questa direzione. Riteniamo indispensabile consolidare strutturalmente le società partecipate (in caso contrario non avrebbe nemmeno senso discutere di eventuali collaborazioni con privati privi di interesse) passando attraverso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e l’affermazione del programma dell’Amministrazione comunale sottoscritto con i cittadini.
Commenta con Facebook