“E’ stato confermato ciò che si sapeva già da anni, la norma abrogata nel 2016 ha esercitato i suoi effetti fino al 31 dicembre 2017. Ciò nonostante, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti e legittime, non verrà meno la nostra disponibilità a definire in sede aziendale criteri e modalità di transito dei lavoratori alle condizioni di chi li ha preceduto, certamente mai al ribasso come comune ed altre organizzazioni sindacali hanno già pattuito”.

A commentare cosi il parere reso dall’Avvocatura del Comune di Palermo sulla cosiddetta “mobilità interaziendale” fra Reset e Rap sono i sindacati di Rap Fit Cisl, Uiltrasporti e Filas. “Il parere è categorico, come chiaramente precisato nella seconda pagina dello stesso che recita ‘la richiamata norma sulla mobilità interaziendale è stata abrogata nel 2016 ed ha esaurito i suoi effetti al 31.12.2017’.E quindi troviamo alquanto insoliti alcuni commenti di parte della politica e di alcune organizzazioni sindacali, che avranno letto un altro parere oppure lo avranno letto e capito talmente bene che hanno immediatamente esercitato un’abile performance comunicativa per auto convincersi e provare ad indirizzare le parti interessate”.

I sindacati aggiungono “Nella terza pagina l’Avvocatura del Comune ha persino smontato la teoria del richiamo alla legge regionale n. 20 del 2016, cavallo di battaglia di chi si è trincerato e continua a trincerarsi dietro la “riflessione scritta” del segretario generale del comune datata 18.12.2019. L’organo giuridico del Comune ha precisato testualmente che la norma regionale del 2016 si applica “ ai lavoratori di società controllate direttamente o indirettamente dagli enti locali ai quali sia stata data comunicazione di risoluzione del rapporto di lavoro. Ed ancora ha posto in evidenza, che per tali lavoratori licenziati c’è la possibilità di inserimento in apposito elenco comunale di mobilità interaziendale regionale, a cui sono obbligate ad attingere le società a controllo pubblico prima di effettuare eventuali assunzioni. Quindi la norma regionale prende in esame lavoratori licenziati da aziende sottoposte al controllo pubblico ed è chiaro a tutti che non è questa la fattispecie.

I sindacati di Rap concludono: “Ciò nonostante, con serietà e vero impegno verso i lavoratori, prosegue la nostra disponibilità a definire nell’unico ambito legittimato a farlo, il tavolo di confronto Rap e sindacati aziendali e nel rispetto delle vigenti e legittime disposizioni normative, criteri e modalità per il transito dei lavoratori. Con una certezza, che ciò che Amministrazione Comunale ed alcune organizzazioni sindacali hanno già pattuito vedrà la nostra contrapposizione. Nel 2016 i lavoratori transitarono in Rap con il livello 2b e non con il livello J come oggi condiviso e messo nero su bianco dal Comune e da alcune parti sociali. Non saremo mai disponibili ad una “reformatio in pejus” del rapporto contrattuale di questi lavoratori, sarà pure un caso che l’Avvocatura su questo preciso quesito di Rap non ha risposto?”.