Ci sarà da aspettare ancora per l’avvio dei lavori di manutenzione sul ponte Oreto, a Palermo. La struttura attende tali interventi addirittura dal 2009, quando le opere in questione furono inserite fra le priorità dell’elenco finanziato con i fondi ex Cipe. Da allora però dalla politica sono arrivate solo promesse. Nel 2021, il Rup dell’opera Tonino Martelli chiese ed ottenne un’ordinanza per imporre diverse limitazioni alla viabilità per questioni di sicurezza. Fra queste, il divieto di transito pedonale e per i mezzi superiori ai 35 quintali. Fatto che ha tagliato fuori tutti i mezzi pubblici dal transito su via Oreto. La situazione si è sbloccata soltanto a fine 2022, quando i lavori furono inseriti all’interno dell’accordo quadro da 6,2 milioni di euro. A febbraio l’Urega ha affidato il primo stralcio degli interventi, avviando il completamento della fase burocratica. L’ultimo capitolo si è registrato a giugno, quando dagli uffici dei Lavori Pubblici è stato avviato l’iter per affidare la progettazione esecutiva degli interventi. Fase in cui si dovrà determinare anche lo schema di viabilità da seguire durante gli interventi in questione.

Parte il bando per la progettazione

Con la derminazione 7476 del 21 giugno 2023, il Rup dell’opera Tonino Martelli e il Capo Area dei Lavori Pubblici Dario Di Gangi hanno avviato l’iter per l’affidamento della progettazione definitiva/esecutiva, direzione lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione per il restauro, risanamento conservativo, recupero funzionale e strutturale del ponte Oreto. Interventi di manutenzione attesi addirittura dal 2009 e il cui costo si aggira intorno ai 6,2 milioni di euro. Di questi, 3,9 milioni di euro interesseranno le manutenzioni vere e proprie, mentre 2,2 milioni di euro sono somme messe a disposizione per sostenere, fra le altre cose, i costi aggiuntivi (IVA e quant’altro), la direzione dei lavori e la contabilità (205.000 euro) e la progettazione definitiva ed esecutiva con PSC (166.000 euro). Lavori sulla struttura per i quali è stata necessaria una rimodulazione dei fondi ex CIPE del 2009 per sostenere la maggioranza dei costi derivata dall’aumento del prezzo dei materiali. Fatto che ha colpito in maniera generalizzata il mondo dei lavori pubblici.

Il problema della viabilità

A preoccupare è soprattutto il fronte della viabilità. Le alternative sono poche e lo si è visto già in occasione delle limitazioni sul ponte Corleone. Restrizioni alla viabilità imposte per motivi di sicurezza ma che hanno mandato in tilt, più volte, il traffico cittadino. Le soluzioni sul tavolo sono diverse. L’idea, ovviamente, è quella di ridurre i disagi il più possibile, evitando di chiudere o comunque limitando la chiusura stradale ad una sola corsia per volta. Al di là delle soluzioni che verranno intraprese per risolvere i possibili ma comunque futuri problemi alla viabilità, il dato che rimane è che la prima tranche dei lavori sul viadotto di via Oreto è stata già assegnata l’8 febbraio dall’Urega. Ad aggiudicarsi la gara è la Cantiere Edili di Favara, i cui operai saranno chiamati a rimettere in sesto la struttura di collegamento della III Circoscrizione. Opere rientranti all’interno di un accordo quadro suddiviso in due tranche. La prima, appunto, dal valore di 3,6 milioni di euro, sarà quella più corposa. Interventi che riguarderanno il risanamento e la ristrutturazione funzionale del ponte Oreto e già inseriti nel piano triennale 22-24 approvato a dicembre dal Consiglio Comunale. Pur tuttavia, i lavori non inizieranno subito, in attesa appunto che vengano completati gli adempimenti amministrativi.

Randazzo: “Lavori slitteranno dopo l’estate”

A fare il punto sulla situazione è il capogruppo del M5S Antonino Randazzo che, in un sopralluogo condotto sulla struttura, ha provato a tracciare una deadline per l’inizio dei lavori. “Ad oggi, siamo a luglio 2023, i lavori non sono partiti. Ho avuto l’opportunità di chiedere aggiornamenti agli uffici, dai quali mi è stato risposto che c’è la fase d’aggiudicazione è in fase avanzata e stanno adesso alla fase della progettazione esecutiva. Quindi, quella che era la data prevista per avviare i lavori slitterà subito dopo l’estate. Questo è chiaramente un problema per i cittadini della III Circoscrizione, visto che non è possibile attraversare il ponte a piedi. E c’è un altro grande problema di mobilità per i cittadini di via Oreto, che non hanno più un autobus visto che c’è un divieto di transito per i mezzi pesanti. Quindi tutti i cittadini che vogliono dirigersi verso la stazione non possono utilizzare i mezzi pubblici da qui. Su questo si era provato a chiedere della navette, ma da Amat non abbiamo ricevuto risposte. Quindi, è chiaro che i lavori devono partire al più presto, visto anche che le condizioni del ponte sono sempre più precarie”.

Ritardi che hanno causato, come sopra ricordato, l’emanazione di un’ordinanza ad hoc per limitare il traffico sulla struttura. Regole messe nero su bianco nell’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Il tecnico ha imposto “dove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”. Un limite di peso che, di fatto, taglia fuori tutti i mezzi pesanti, anche quelli pubblici. L’autobus più piccolo, in forza ad Amat, pesa intorno a 65 quintali. Una cifra ben superiore rispetto al limite fissato dal tecnico dell’Amministrazione Comunale. Ciò ha costretto Amat ad un cambio di itinerario, facendo rientrare i mezzi in via Oreto addirittura all’incrocio con via Buonriposo.

La questione del raddoppio del ponte Bailey

Sul fronte della viabilità, fra le opzioni vagliate in passato vi era quella di raddoppiare temporaneamente il ponte Bailey alla Guadagna. Struttura tanto piccola quanto importante per la viabilità della III Circoscrizione. Una richiesta che poggia le sue fondamenta su un precedente sopralluogo svolto dalla IV Commissione consiliare a marzo 2022. Sulla questione, un gruppo di cittadini aveva avviato, qualche settimana prima, una petizione popolare al fine di richiedere l’edificazione di un’altra struttura militare sul fiume Oreto. A dare il primo benestare all’opera fu il dirigente dell’Ufficio Mobilità Sergio Maneri. “Per quanto di competenza, questo ufficio esprime parere favorevole ad un eventuale ampliamento del ponte Bailey con senso di marcia opposto a quello attuale. Ciò al fine di migliorare la viabilità in zona Oreto”.

Da allora però, non ci sono state più notizie in merito. “Sul ponte Bailey avevamo chiesto due cose – sottolinea Randazzo -. La prima è la manutenzione straordinaria del ponte Bailey, che è stata fatta ed è avvenuta in tempi ragionevoli. la seconda era quella di mitigare quelli che saranno i lavori sul ponte Oreto prevedendo l’installazione di un secondo ponte Bailey alla Guadagna per favorire la doppia circolazione. Avevamo acquisito i pareri favorevoli dall’Ufficio Mobilità, ma non abbiamo più ricevuto risposta dall’Amministrazione. Una proposta di buon senso e che rilancio“.

Lo stato di degrado del ponte Oreto

Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.

Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”. Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.

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