Lo strumento del reddito di cittadinanza non sembra esser davvero servito agli scopi di consentire il deceleramento dei processi di esclusione e di emarginazione sociale e favorire la competitività del lavoro. Introdurre un sussidio sganciato dal lavoro salariato ha addirittura portato a effetti inversi rispetto a quelli desiderati, ossia a una diminuzione dell’offerta di lavoro, specie con riferimento agli impieghi meno qualificanti. I costi, insomma, superano i benefici come sostiene l’associazione “Meritocrazia”.

Adeguare i centri per l’impiego

“Certamente – dice – il primo limite è stato dato dal mancato adeguamento funzionale dei Centri per l’impiego, oggi in affanno anche per carenza di organico, passaggio necessario fin dall’adozione della misura di sostegno eppure ampiamente sottovalutato. Si aggiunge l’esposizione a fenomeni elusivi”.  Per questo, Meritocrazia Italia ha già avanzato le proprie proposte per il ripensamento del sistema degli ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza, da mutare in sistema di ‘reddito di inserimento’ in funzione di recupero di una concreta politica e attività di avviamento al lavoro e con previsione di durata non superiore ai 18 mesi.

Sfruttare i database delle agenzie interinali

Ma per fare ciò, sostiene l’associazione, “occorre, però, puntare anzitutto sull’efficientamento dei Centri per l’Impiego. Si potrebbe pensare, in questo senso, di sfruttare le competenze delle frammentate agenzie di lavoro interinale, mettendo a disposizione dei Centri per l’Impiego i loro corposi database (ove, da oltre 20 anni, confluiscono offerte di lavoro di tutto il territorio nazionale), con adeguati accordi negoziali. Sarebbe sufficiente costruire uno sharepoint condiviso di dati, coniugando il sistema dei Centri dell’impiego entrato a regime con quello dei privati, anche semplicemente per le sole offerte. Dopo una prima fase di sperimentazione, si dovrebbero far confluire i dati in un unico database centrale”.

Le proposte dell’associazione

Meritocrazia propone inoltre di ampliare gli incentivi previsti per chi assume percettori di reddito di cittadinanza, con semplificazione nell’applicazione e risparmio effettivo per le aziende e implementare il ricorso ai percettori da parte degli enti locali per lo svolgimento di attività di interesse collettivo, sin dalla prima del sussidio. Infine chiede anche di prevedere un sistema di trasmissione dei dati di offerta lavoro delle agenzie al sistema centrale del ANPAL nazionale, abbattendo in tal modo anche il fenomeno della fittizia intermediazione

Sono tantissimi i percettori  che lavorano in nero

I Carabinieri della stazione di Calatabiano, in provincia di Catania, hanno denunciato per false attestazioni 49 persone per indebita percezione del Reddito di cittadinanza. Militari dell’Arma, con il supporto della sede Inps di Giarre, hanno esaminato oltre 400 posizioni. Il danno all’erario è stimato dagli investigatori in circa 350.000 euro. Nella maggioranza dei casi è emersa la falsa residenza a Calatabiano.

I casi singolari

Per dieci domande arrivate dall’estero la falsa permanenza da almeno un decennio in Italia. Un beneficiario ha ‘dimenticato’ di segnalare di essere sottoposto a provvedimento cautelare, pur trovandosi agli arresti domiciliari per reati in materia di droga. In un altro caso non è stata segnalata la detenzione in carcere di un figlio per reati commessi per favorire un clan mafioso.

200 persone scoperte in 12 mesi

Le operazioni dei carabinieri in ambito provinciale, anche in collaborazione con il Nucleo ispettorato del lavoro di Catania, hanno consentito negli ultimi 12 mesi di denunciare oltre 200 persone che, con false attestazioni, hanno indebitamente beneficiato delle somme di denaro pubblico loro destinate per un ammontare complessivo di circa 1.500.000 di euro.

Una denuncia a Pachino

Gli agenti di polizia di Pachino  hanno denunciato una donna di 61 anni per tentata truffa aggravata ai danni dello
Stato. La donna, originaria di Rosolini, aveva istruito la pratica per ottenere il reddito di cittadinanza ma, allo stesso tempo, aveva trovato lavoro in una pizzeria di Pachino.

Controllo in pizzeria a Pachino

Se ne sono accorti gli agenti durante un controllo nell’attività commerciale: i dati della donna combaciavano con la sua richiesta all’Inps per il sussidio ma non ne avrebbe avuto alcun diritto, per cui è stata denunciata in Procura e dovrà subire un processo.

Le due cuoche a Pachino

Nei mesi scorsi, la polizia ha denunciato due cuoche, che nonostante avessero il reddito di cittadinanza, avevano trovato lavoro nella cucina di un ristorante, a Pachino.

Tanti casi a Pachino

I carabinieri, in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Siracusa, hanno individuato due mesi fa 9 persone, tutte residenti a Pachino, che percepivano il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti.

Le denunce in Procura

Sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa per false dichiarazioni e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, con la richiesta di immediata sospensione del beneficio non dovuto.