“La riforma sui Consorzi di bonifica, approvata dalle commissioni competenti dell’Ars, così com’è scritta non risolve i problemi degli agricoltori e, per questo, non arriverà a Sala d’Ercole”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, intervenendo stamattina al convegno organizzato dalla Coldiretti al Teatro Al Massimo.

Il progetto di riforma non risolve i problemi fondamentali del settore

“In questi giorni ho incontrato gli operatori del comparto agricolo della Coldiretti e dell’Anbi, associazione nazionale dei consorzi di bonifica – ha spiegato Miccichè -. Così com’è stato esitato, il progetto di riforma non piace ai rappresentanti di categoria, perché non risolve alcuni problemi fondamentali del settore”.

“Serve una riforma che sia accanto agli agricoltori ma che lasci la politica fuori dalla gestione”

“Io mi impegno ad aprire un confronto attivo e serio con gli attori principali del comparto – ha concluso – con l’obiettivo di mettere nell’agenda della prossima legislatura una riforma che sia accanto agli agricoltori, ma che lasci la politica fuori dalla gestione dei consorzi, commissariati da circa trent’anni”.

Lavoratori rimangono in stato di agitazione

Intanto Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil hanno manifestato il 28 giugno davanti alle Prefetture siciliane per accendere i riflettori sull’emergenza dei consorzi di bonifica nell’isola. “I lavoratori non ricevono né stipendio né indennità da parecchio tempo – affermano Adolfo Scotti, segretario generale Fai Cisl Sicilia, Filippo Romeo segretario Flai Cgil Sicilia ed Enzo Savarino segretario generale Filbi Uil Sicilia –. Il turnover è bloccato fino al 31 dicembre per effetto dell’ultima legge di stabilità, i contenziosi ormai sono la costante nei consorzi di bonifica. Gli Enti sono in grande sofferenza e questo preoccupa ancora di più in un momento di difficoltà per l’agricoltura siciliana”.
Le sigle sindacali chiedono che tutte le istituzioni e tutte le forze politiche intervengano con azioni immediate e concrete “per evitare che si arrivi allo stop dei consorzi, con tutte le gravissime conseguenze che ne deriverebbero”.

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