Roberto Lagalla è in mezzo a due fuochi, all’ombra di un rimpasto che si fa sempre più probabile ma anche sempre meno semplice. Sono stati giorni movimentati per il centrodestra palermitano. Una coalizione finita in fibrillazione in seguito ai numerosi cambi di casacca registrati negli ultimi giorni. E potrebbe non essere finita. Fra le compagini più attive in tal senso c’è la Nuova DC di Totò Cuffaro che ieri, a margine della convention del partito, ha annunciato possibili nuovi ingressi a breve termine. E proprio dal leader democristiano è arrivata una mano tesa al sindaco, invitato dall’ex presidente della Regione a fare un passo in avanti verso l’asse moderato creato fra i democristiani e l’ala di Forza Italia all’interno del grande alveo del Ppe (Partito Popolare Europeo).

La sfida politica di Roberto Lagalla

Una bagarre nella quale il sindaco sta provando a portare a casa atti importanti per la città. Fra questi, senza ombra di dubbio, figura il rendiconto 2022. Atto per il quale c’è già un commissariamento della Regione Siciliana risalente ad agosto. Se votato, il provvedimento sbloccherebbe la spesa del Comune in molti settori e per diverse voci. Fra queste figurano le assunzioni di nuovi dirigenti tecnici, necessarie al fine di superare quella situazione di dissesto funzionale (carenza di personale in pratica) che ha paralizzato l’ente negli ultimi anni. Ma non sarà facile. Il centrodestra si trova in mezzo ad una sorta di campagna acquisti che va avanti da una decina di giorni.

La slavina politica nel centrodestra

Ad aprire le danze dei passaggi fra i partiti del centrodestra era stato Salvatore Di Maggio. L’ex esponente della Lega, il 26 luglio scorso, è approdato infatti fra i banchi della Nuova DC di Totò Cuffaro. Scambi proseguiti a metà agosto, quando il presidente della II Circoscrizione Giuseppe Federico, approda a Fratelli d’Italia. Dopo un paio di settimane di tregua, è stato il turno del consigliere comunale Natale Puma. L’ex esponente di Forza Italia, andato temporaneamente al Gruppo Misto, si è accasato ieri definitivamente a Fratelli d’Italia. Fatto salutato con favore dal suo uomo politico di riferimento, ovvero Andrea Mineo, assessore in quota azzurra ma sempre più vicino ad approdare ai meloniani. Ed è proprio l’ex coordinatore cittadino di FI ad essere finito sotto la lente d’ingrandimento del partito che, sia per bocca dell’attuale coordinatore cittadino Domenico Macchiarella che per quella del presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo, ha chiesto al sindaco un cambio di assessori in Giunta.

E proprio la compagine azzurra, per rispondere all’uscita di Puma, ha reclutato dai banchi di Lavoriamo per Palermo (la formazione del primo cittadino) il presidente della V Commissione Salvo Alotta. Fatto che ha mandato su tutte le furie proprio Roberto Lagalla, che ne ha chiesto le dimissioni dal ruolo in commissione, ad oggi mai arrivate. E il partito del sindaco si è indebolito ulteriormente, con l’uscita dai ranghi anche di Giovanna Rappa, approdata venerdì alla DC Nuova di Totò Cuffaro, salita così a cinque consiglieri.

Cuffaro annuncia nuovi ingressi

E potrebbe non essere finita. Proprio l’ex presidente della Regione, intervenuto ai microfoni di BlogSicilia, ha annunciato nuovi ingressi. “Fra oggi e domani probabilmente saremo di più“, ha dichiarato ieri, sabato 16 settembre, lo stesso Totò Cuffaro. La domanda è chi potrebbe aderire alla causa della DC Nuova. Ma, si sa, l’ex presidente della Regione e la sua nuova governance sono di certo avvezzi alle manovre di palazzo. Un fronte sul quale, nei giorni scorsi, si sarebbe attivato il nuovo presidente regionale Carmelo Pullara. Secondo voci di corridoio che già si rincorrono a Palazzo Comitini, l’ex deputato regionale della Lega avrebbe avuto un incontro con un esponente della maggioranza di centrodestra con cui ha condiviso una militanza di partito. Confronto che si sarebbe rivelato proficuo, in attesa di capire l’evoluzione della situazione.

Cuffaro, però, non immagina soltanto un espansione numerica ma anche in termini di Governo. A cominciare dalla Giunta, dove la DC Nuova potrebbe chiedere, in caso di rimpasto, anche un secondo assessorato. Posto per il quale, da diversi giorni, si fa il nome di Rosi Pennino, altra sfiduciata dalla nuova governance di Forza Italia in una prima fase  ma non indicata nelle “sostituzioni” chieste dal partito azzurro nell’ultima dichiarazione pubblica. Non è sfuggito, nei giorni scorsi, però, un comunicato firmato a doppia firma dalla stessa Pennino insieme al pupillo di Totò Cuffaro, ovvero l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti. Un avvicinamento di cui si parla da settimane ma che ancora non ha trovato ufficialità.

Le richieste di sostituzione di Forza Italia

Scenari, quelli che vedono coinvolti sia Mineo che la Pennino, che pongono però la questione relativa a Forza Italia. Il gruppo azzurro vanta sette elementi, oltre la presidenza del Consiglio Comunale. Vale a dire che, secondo gli accordi post elettorali, la compagine moderata avrebbe diritto a tre assessori. In queste logica, l’ala guidata a Palermo da Domenico Macchiarella dovrebbe inserire due nuovi elementi in Giunta. Uno di questi dovrebbe essere Pietro Alongi, nome gradito al presidente della Regione Renato Schifani. L’altro lo dovrebbe decidere l’ala facente capo al deputato regionale Edy Tamajo.

Lagalla fra rimpasto e potenziamento di “Lavoriamo per Palermo”

C’è però un “ma”, ovvero la mancata volontà da parte di Roberto Lagalla di effettuare un rimpasto prima di metà consiliatura. Ma il sindaco, come sopra ricordato, si trova fra due fuochi e con una lista di riferimento ridotta soltanto a tre elementi. Fatto che impone un potenziamento dei ranghi, per presentarsi al prossimo vertice di maggioranza, che sarà probabilmente convocato dopo il voto sul rendiconto, in una posizione di media tranquillità. Due le opzioni per il sindaco: pescare nella maggioranza oppure rivolgersi ai rami più moderati delle opposizioni. Lista nella quale figurano i due esponenti di Azione Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto, che si sono dimostrati fra i più concilianti durante la difficile seduta sul piano triennale delle opere pubbliche.

Una mano tesa dai moderati

Una mano tesa al sindaco arriva dallo stesso Totò Cuffaro, amico e politicamente affine. Un ragionamento di centro nel quale l’ex presidente della Regione invita anche il primo cittadino. “Crediamo che dentro questa scelta il sindaco di Palermo ci debba essere. Anche lui viene da un mondo popolare“. La domanda a questo punto è: cosa deciderà di fare Roberto Lagalla? Risponderà presente alla chiamata di Cuffaro oppure andrà dritto per la sua strada?

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