I depositi del cimitero di Santa Maria dei Rotoli, a Palermo, sono tornati tragicamente a riempirsi. Dopo un periodo di calo, grazie alle convenzioni sottoscritte dal Comune, i nodi sono venuti al pettine.

Intrecci difficili da sciogliere, a causa della totale mancanza di infrastrutture nel camposanto di lungomare Cristoforo Colombo. Forno crematorio ko da due anni, progetto della nuova struttura fermo negli uffici e mancanza di luoghi dove seppellire i propri cari, soprattutto nei campi d’inumazione. Così, alcune salme sono tornate a giacere sull’asfalto del cimitero, visto che le strutture composte da ferri innocenti sono nuovamente piene.

Mancano i posti nei campi d’inumazione

Il grande problema dell’emergenza cimiteriale rimane appunto l’assenza di posti all’interno dei campi d’inumazione. Secondo quanto riferito dall’assessore Antonino Sala nell’ultima seduta di Consiglio Comunale sono “897 le bare in deposito temporaneo. Di queste, 266 sono salme in attesa di un loculo per tumulazione”, mentre ben “631 attendono un posto nei campi d’inumazione. Sepolture di cui non abbiamo disponibilità“. Un fatto che ha determinato il fallimento parziale del cronoprogramma stabilito dal sindaco Leoluca Orlando per tamponare l’emergenza nei depositi di lungomare Cristoforo Colombo.

Se, da un lato, le salme in attesa di tumulazione si sono dimezzate per effetto dei trasferimenti verso il cimitero di Sant’Orsola e per il ricorso alle procedure di cremazione negli impianti di Misterbianco e di Carpanzano, quelle per inumazione sono così cresciute a dismisura. I campi esistenti sono ormai pieni, mentre la realizzazione di quelli nuovi è ancora ferma, in attesa del completamento dei lavori di scavo e di bonifica nella parte alta. Interventi fermi a causa della mancanza del collaudo della rete anti-caduta massi. Procedura necessaria per sbloccare anche l’iter della ristrutturazione del vecchio forno crematorio e il progetto della nuova struttura.

Cimitero dei Rotoli: il caso della sezione 473

In questa specifica casistica rientra il progetto di un nuovo campo d’inumazione presso la sezione 473. Un luogo nel quale, qualche decennio fa, venivano seppelliti i bambini e gli infanti. Oggi, di quel luogo sacro rimane solo qualche oggetto abbandonato fra le rigogliose frasche che crescono nella parte alta dei Rotoli. Ciò per l’impossibilità, da parte del personale Reset, di potersi recare sul posto ad effettuare i diserbi. Un pericolo soprattutto pensando alle prossime stagioni, nelle quali le temperature tenderanno ad aumentare.

Campo d'inumazione Rotoli, sezione 473A spiegare la sostanziale stasi che riguarda i campi d’inumazione dei Rotoli è il consigliere del M5S Antonino Randazzo. “Il Comune vuole realizzare un progetto per recuperare 190 posti circa all’interno della sezione 473. Se ne discute già da mesi. Era stato finanziato con i fondi di riserva, ma ora dovrà essere rifinanziato. Un progetto che darebbe un poco di ossigeno rispetto alle oltre 600 salme in attesa di sepoltura. Alcune anche da marzo 2020″.

“Manca il personale per guidare i mezzi”

Per l’esponente pentastellato quello dei campi d’inumazione rimane il tema centrale dell’emergenza. Strutture, quelle del cimitero dei Rotoli, nelle quali i lavori sono fermi anche per la mancanza di personale qualificato per guidare i mezzi. “Le maggiori di difficoltà sono nel reperire posti nei campi d’inumazione, la tipologia di sepoltura più economica e la più richiesta. Ma i lavori sui campi d’inumazione sono fermi da maggio 2021, da quando non c’è l’operatore necessario a guidare il bobcat. Detto così, è assolutamente allucinante. Lo abbiamo denunciato anche in Commissione. Ma l’Amministrazione Comunale, ad oggi, ha deciso di non intervenire”.

Rotoli bare a terra 2“Relativamente ai diserbi, siamo in attesa del famoso collaudo che dovrebbe definire gli aspetti tecnici che potrebbe consentire l’accesso alle maestranze comunali. La cosa triste è che tutto è abbandonato. I cittadini che vogliono lasciare un fiore al proprio caro trovano una situazione di degrado ed abbandono molto triste. Abbiamo 123 campi in totale, 48 dei quali risultano scaduti. C’è un campo, ovvero la sezione 477, che è in parte vuoto. Ma se non si risolve il problema del collaudo, non può essere gestito. Questo è il vero tema per uscire dall’emergenza. Si parla di realizzare nuovi campi d’inumazione, ma non si parla mai del tema della gestione. Si deve trovare una soluzione”. (OK)

Il degrado del cimitero dei Rotoli: muri a terra e cestini pieni

In attesa che si trovino modalità d’intervento concrete per risolvere un’emergenza che va avanti da oltre due anni, i depositi del cimitero dei Rotoli tornano ad essere affollati. Un aumento di salme tale da rendere necessario il posizionamento di alcune bare al suolo. Ciò per la mancanza di posto sulle strutture composte da ferri innocenti e realizzate dal personale del camposanto qualche mese fa.  Un modo “più dignitoso” di conservare i morti palermitani, che oggi trova qualche difficoltà. Serviranno quindi nuovi castelletti e una manutenzione urgente di alcuni depositi improvvisati. Come le tensostrutture posizionate sulla seconda entrata del cimitero, le cui coperture in plastica risultano dilaniate dal vento delle ultime settimane. Così come una parte del tetto dell’area dell’ex vivaio, ancora non riparato, e che lascia i feretri esposti alle intemperie.

Muro crollato Rotoli, sezione 342Situazione alla quale si unisce la sostanziale situazione d’incuria e di degrado vissuta dal cimitero dei Rotoli. Lo dimostrano i cestini dei vialetti del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo, pieni da settimane d’immondizia che viene così spostata dal vento su strade e sepolture. Lo evidenzia lo stato degli elementi architettonici della struttura. Come i muri della sezione 342, uno dei quali è parzialmente crollato al suolo. Pezzi di cemento che giacciono da settimane sull’asfalto senza alcuna segnalazione. Un modo decisamente poco cristiano di presentare una struttura che non è solo un luogo di culo religioso, ma anche un’opera monumentale a pochi passi dalla riserva naturale di Monte Pellegrino. In attesa che la situazione migliori, non resta che aspettare. E, alcuni feretri, lo fanno da quasi due anni.

 

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