Più sicurezza nei luoghi di lavoro e un servizio efficiente che garantisca un numero di visite fiscali adeguato ai vincoli di disponibilità e che garantisca la sopravvivenza dei medici. Su questi temi, stamattina a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo è ripreso il dialogo tra medici fiscali pagati a prestazione e l’Inps: “arbitro” l’Omceo guidato dal presidente Toti Amato.

Dopo la fase pandemica da coronavirus più difficile che ha reso inattivi i medici fiscali, azzerando nei fatti il loro reddito, la ripresa dei controlli stenta ad entrare a regime per ragioni tecnico-amministrative dell’Istituto di previdenza, a cui si aggiungono problemi di sicurezza. Da qui, come ha spiegato il presidente Amato “la necessità di garantire condizioni economiche migliori perché gli unici emolumenti dei colleghi sono le visite fiscali e maggiori tutele per la loro incolumità. Ci sono medici che si ritrovano di fronte a richieste impossibili, che vanno oltre la legalità, difficili da fronteggiare perché soli”.

Nel rispetto dei protocolli stabiliti, il direttore Inps-Palermo Saverio Giunta ha riaperto un dialogo sereno con un impegno concreto “Stiamo già lavorando per normalizzare il sistema, supereremo i problemi tecnici e il rallentamento del numero di visite ridotte. E’ interesse comune che i medici fiscali lavorino bene perché non sono al servizio dell’Inps, ma della collettività. E la medicina fiscale è un servizio indispensabile”.

In tema sicurezza è arrivato anche il contributo di Alberto Firenze, risk manager del Policlinico di Palermo, presidente nazionale della Hospital & Clinical Risk Managers: “Paradossalmente – ha detto – rispetto al picco pandemico di marzo scorso le aggressioni sono aumentate. A breve, avvieremo anche in Sicilia, come abbiamo già fatto in Campania, un percorso di supporto di telemedicina per aiutare tutti i professionisti che si trovano in situazioni difficili”.

Oggi, i medici fiscali Inps sono stati richiamati ad esercitare il controllo sulla salute dei dipendenti pubblici e privati. “Ma dalla ripresa delle attività non c’è stata una collaborazione nelle attività di nostra competenza – ha sottolineato Giuseppe Di Gristina, componente della commissione mista provinciale Inps-Omceo, in rappresentanza dei medici fiscali-. Una su tutte l’enorme carenza di visite: la media è di due alla settimana, tenendo presente che siamo comunque tenuti a dare la nostra disponibilità mattina e pomeriggio, sette giorni su sette, inclusi festivi e prefestivi. Sopravvivenza a parte, non credo che questa situazione trovi riscontro nel resto d’Italia. Mi auguro che attraverso l’Ordine questo possa cambiare”.

Alla conferenza stampa, tra gli altri, sono intervenuti in video conferenza Fabio Nicosia, rappresentante regionale Anmefi (Associazione nazionale medici di medicina fiscale) accompagnato da diversi medici fiscali.