E’ stato convalidato dal gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, il fermo per omicidio nei confronti di Vincenzo Di Giovanni, 33 anni, di Noto, accusato dai magistrati della Procura e dai carabinieri di Siracusa di aver ammazzato Piopaolo Mirabile, il 17enne di Noto, colpito alla testa il 2 dicembre scorso da un proiettile e morto due giorni dopo all’ospedale Garibaldi di Catania.

L’indagato è malato

Di Giovanni, che si trova in carcere, non ha preso parte all’udienza al palazzo di giustizia in quanto affetto da una patologia, per cui si trova attualmente in isolamento nelle struttura penitenziaria.

Entro 5 giorni dalla sua guarigione, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti allo stesso gip del Tribunale di Siracusa. Di Giovanni è stato fermato nei  giorni scorsi dai carabinieri che lo hanno rintracciato ad Avola dove si sarebbe nascosto nella casa di conoscenti.

La ricostruzione del delitto

Le indagini hanno avuto una svolta grazie ai rilievi tecnici effettuati dai Carabinieri che, giunti sul posto poco dopo la sparatoria del 30 novembre 2021, si sono resi immediatamente conto che la scena del crimine era molto più ampia e complessa di quanto poteva apparire e che non era compatibile con quanto raccontato persino dalla madre e dai familiari della vittima.

Autore filmato dalle telecamere

I carabinieri, nel corso dei sopralluoghi sul luogo dell’agguato, hanno individuato non solo alcuni bossoli e numerose bottiglie di alcolici. C’erano anche delle telecamere che avevano ripreso tutte le fasi precedenti e successive alla stessa, immortalando finanche l’autore mentre esplodeva più colpi d’arma da fuoco.

L’agguato a causa di una lite

Le telecamere acquisite hanno permesso di appurare che l’omicidio era giunto a seguito di un litigio, alimentato verosimilmente dall’eccessivo abuso di alcolici, tra il padre della vittima e il presunto omicida, peraltro alla presenza di numerose persone, alcune delle quali, successivamente escusse dagli inquirenti, hanno addirittura negato di essere presenti al momento del delitto.

Articoli correlati