Il parlamentare regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, ha denunciato la vicenda di un’azienda, che non avendo ricevuto i pagamenti dall’Asp di Siracusa, ha mandato in ferie i lavoratori.

Il caso dell’azienda non pagata dall’Asp

Si tratta della Saf che si occupa, grazie ad una gara d’appalto, di farmacia ospedaliera con servizi di magazzino e facchinaggio nei vari presidi di Siracusa, Noto, Avola ed Augusta. L’attività, a questo punto, rischia di rallentare, con ricadute sul servizio sanitario pubblico: di questo ha discusso il deputato dell’Ars nel corso di un incontro, avvenuto stamane a Palermo, con l’assessore alla Salute, Giovanna Volo.

“Si tratta di una situazione grave – dice il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso – che lascia i servizi scoperti. L’assessora Volo ha detto che verificherà la vicenda SaF e che ha in programma un Piano per la riqualificazione della Sanità in provincia di Siracusa”.

La situazione nell’ospedale di Noto

Nel corso dell’incontro, si è anche parlato della situazione dell’ospedale Trigona di Noto dove il deputato, sabato scorso, si è recato per un sopralluogo. La riapertura di Geriatria, dopo la fine dell’emergenza sanitaria, è una buona notizia per l’utenza della zona sud della provincia di Siracusa ma l’esponente politico di Forza Italia ha sollevato altre questioni, a cominciare dalla presenza di medici e personale sanitario, la cui insufficienza rischia di rendere poco efficiente il reparto appena riaperto.

Pronto soccorso a Noto solo 12 ore

Un altro nodo è rappresentato dal Pronto soccorso dell’ospedale che, di fatto, è aperto solo nelle ore diurne mentre l’auspicio della comunità è che il servizio sia h24.

“Ho chiesto se questo governo – dice Gennuso – intende riorganizzare la rifunzionalizzazione della sanità in provincia di Siracusa ed in particolar modo di attenzionare le criticità dei servizi  nella zona sud. Ho elencato una serie di problematiche che debbono essere risolte a beneficio della salute pubblica a cominciare dall’ospedale ‘Trigona’ di Noto, oggi con pochi reparti e ambulatori”.