“Abbiamo acquisito documenti ed atti che ci serviranno per una valutazione tecnica”. Lo afferma il capo della Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, in relazione al blitz scattato nelle prime ore del mattino negli ospedali di Siracusa e Noto e negli uffici della direzione dell’Asp.
La bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla sanità siracusana ha diverse origini, perché, se da un lato ci sono gli esposti per i decessi che si sono registrati all’Umberto I di Siracusa, tra cui quello del direttore del Parco archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto, dall’altro ci sono le denunce relative alla diffusione del contagio da Covid19 nella struttura sanitaria del capoluogo “Ogni attività non viene trascurata – spiega il Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino – ma siamo in una fase del lavoro per cui non possiamo svelare particolari. Di certo le indagini, condotte insieme ai carabinieri, procedono per cerchi concentrici”. Gli inquirenti, insomma, hanno messo sul tavolo tutto il materiale fin qui raccolto sugli ospedali con l’obiettivo di comprendere da un lato se le denunce mosse hanno un reale fondamento e dall’altro se esiste un filo conduttore tra tutti gli episodi emersi negli esposti.
Il fascicolo sui percorsi
Sotto i riflettori ci sono, dunque, i percorsi negli ospedali, peraltro denunciati dai sindacati che hanno lanciato l’allarme sulla promiscuità tra i cosiddetti pazienti grigi, in attesa di sapere se hanno contratto o meno il covid19, e quelli normali, persone che si recano in ospedale per qualsiasi motivo non legato al coronavirus. Un punto questo che ha scatenato feroci polemiche, al punto che la Cgil, nei giorni successivi all’esplosione del contagio al Pronto soccorso di Siracusa, chiese la chiusura del reparto per la sanificazione. La Procura, sotto questo aspetto, starebbe verificando se la catena di infezioni, capace poi di condurre alla chiusura di Geriatria, Medicina e Stroke unit, possa essere riconducibile ai quei percorsi indicati poco sicuri dagli esposti e dai sindacati, tra cui pure la Cisl. E poi c’è la questione degli ascensori, sull’uso indiscriminato su cui i magistrati intendono fare chiarezza: molto dipenderà da quanto indicato nei documenti acquisiti dai Nas che hanno messo piede anche alla direzione generale dell’Asp. In sostanza, la Procura intende sapere se negli atti ufficiali vi sono disposizioni di sicurezza chiare per poi accertare se le misure sono state realmente adottate dai responsabili delle strutture sanitarie.
Il risiko nella sanità
Per quanto concerne l’Umberto I, c’è stato un vero valzer per la direzione del presidio ospedaliero, retto fino alle settimane scorse da Giuseppe D’Aquila, sostituito da un team di medici, per poi arrivare alla nomina, nei giorni scorsi, di Rosario Di Lorenzo, che, a sua volta, è responsabile dei presidi di Avola e Noto. Una figura chiave all’interno dell’azienda sanitaria provinciale, l’uomo individuato dalla direzione dell’Asp per mettere ordine nella sanità, che, a questo punto, è uno dei pochi a poter offrire una visione più chiara ai magistrati, impegnati nella composizione del puzzle. Ma si attendono anche notizie dalla Regione che ha ricevuto la relazione del Covid team, inviato circa tre settimane fa dopo l’emergenza sanitaria, in cui, come ha svelato l’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, sono emerse responsabilità precise.
Commenta con Facebook