“Gli ho portato le caramelle per lui e per Danilo”. E’ una frase, captata dalla Guardia di finanza durante un’intercettazione, attribuita a Sebastiano Troia, 67 anni, l’avvocato originario di Avola del Foro siracusano arrestato su ordinanza del gip del tribunale di Siracusa in quanto accusato di aver introdotto sostanze stupefacenti nel carcere di Cavadonna con la complicità della compagna di un detenuto. Il legale, difeso dagli avvocati Luca Ruaro e Puccio Forestiere, si trova ai domiciliari mentre la donna ha avuto solo l’obbligo di dimora, inoltre 5 detenuti del reparto “Alta Sicurezza”  sono stati trasferiti.

Le indagini delle Fiamme Gialle si fondano sulle intercettazioni ambientali e telefoniche, in particolare quelle del detenuto che, grazie ad un microcellulare, avrebbe chiamato un familiare.  “Lo compri – spiega non sapendo di essere intercettato in carcere, lo metti nella crema… e vedi se può farmi questa cortesia“. Ancora maggiormente esplicito nell’ordinare la droga. “Gli dici che va alla Casa Parcheggio… e di procurare quella cosa la.. il fumo… un 200 euro gli dici… però la, quella…” oppure quando chiede di avere “tre pezzi di fumo, sette grammi, così...”. L’hashih era comprato da familiari e, secondo l’accusa, poi portato in carcere dall’avvocato, che, secondo gli inquirenti, svolgeva il compito del corriere spiegando che “ci sono i controlli, sì per tutti… no, noi, per me no, no per noialtri...” Le misure restrittive sono state emesse dal Gip di Siracusa su richiesta della Procura della locale e sono state eseguite da militari della guardia di finanza del comando provinciale di Siracusa e dalla polizia penitenziaria del Nucleo Investigativo Centrale.

Secondo gli inquirenti, all’approvvigionamento di droga avrebbero partecipato i familiari del detenuto, la ex moglie e le figlie che avrebbero consegnato il fumo all’attuale compagna che l’avrebbe occultato in vasetti di crema per uso cosmetico, poi  affidati al legale, nella tesi dell’accusa.

“Dalle indagini è emerso poi che il detenuto, pur ristretto in carcere, ha – spiegano dalla Finanza – illegalmente avuto in uso telefoni cellulari attraverso i quali periodicamente spiccava ai propri congiunti gli ordinativi di stupefacenti. Le attività di intercettazione delle utenze telefoniche in uso a queste persone, coniugate a ulteriori riscontri investigativi acquisiti sul campo, hanno consentito di ricostruire, nel periodo intercorrente tra la fine di novembre dello scorso anno e i primi giorni di febbraio del corrente anno, sei distinte consegne di sostanze psicotrope,eseguite dall’avvocato “in barba ai controlli” e in atteggiamento di complicità e di illecita intesa con tutti i soggetti coinvolti, con i quali egli avrebbe invece dovuto intrattenere rapporti esclusivamente professionali”.

Durante l’indagine, nei confronti del detenuto sono stati eseguiti due sequestri di stupefacenti  nel penitenziario: un primo sequestro, nel mese di dicembre, nel corso di un’attività di controllo d’istituto a carattere generale; un secondo sequestro, nello scorso mese di febbraio, a seguito di una perquisizione personale  nei suoi confronti al termine di un colloquio con il difensore.

 

Articoli correlati