Indaga la polizia del locale commissariato sul devastante incendio che la notte scorsa ha riguardato diversi veicoli posteggiati l’uno accanto all’altro in via Cassia a Siracusa. L’allarme è scattato al centralino dei vigili del fuoco intorno alle 3,30 di questa notte. Immediato l’intervento dei pompieri che sono riusciti a circoscrivere le altissime lingue di fuoco, evitando un bilancio ben più pesante.

Almeno tre i veicoli distrutti

Stando ad un primo sommario bilancio, sarebbero almeno tre i veicoli ridotti in cenere. Si tratta di due auto e una moto di grossa cilindrata, posteggiati l’uno accanto all’altro. Pare che non siano stati rinvenuti evidenti tracce di innesco, dunque le cause ufficialmente sono “da accertare”. Stando però alle prime indiscrezioni gli agenti stanno battendo la pista del dolo.

Il fuoco partito da un veicolo

Sempre sulle base di alcune indiscrezioni il rogo potrebbe essere partito da uno solo dei tre mezzi posteggiati in via Cassia. Poi la violenza della fiamme avrebbe finito per avvolgere gli altri mezzi posteggia accanto.

I precedenti destano preoccupazione

A Siracusa da un po’ di tempo si sta registrando una inquietante catena di incendi di natura dolosa. Nei giorni scorsi due diversi roghi in due diverse nottate hanno interessato delle attività economiche, in particolare un negozio di abbigliamento in corso Gelone e un ristorante in via De Benedictis, ad Ortigia, nel centro storico della città. Di un fatto gli inquirenti sembrano essere sicuri: che tra i due episodi non ci sarebbero legami. Sulla scorta di alcune indicazioni, tra cui le immagini delle telecamere di sicurezza, emergerebbero profili diversi sugli autori di quel che sembrano essere dei messaggi inquietanti. Naturalmente, la pista del racket delle estorsioni resta in cima alla lista degli inquirenti, che stanno valutando la posizione di alcune persone, con precedenti  specifici, gente che ha sempre vissuto di avvertimenti e pizzo.

L’allarme delle associazioni antiracket

Proprio in relazione a questi ultimi roghi si era fatta sentire l’associazione antiracket che aveva evidenziato come ancora ci siano poche testimonianze e denunce contro ipotetici estortori. Il coordinatore provinciale delle associazioni antiracket, Paolo Caligiore, aveva parlato di “segnalazioni praticamente nulle”. Tra i destinatari di un messaggio inquietante, culminato con l’esplosione di un ordigno davanti all’ingresso di una tabaccheria in via Piave, ci sono due dirigenti dell’antiracket, titolari dell’attività commerciale.