Le indagini sono state coordinate dalla procura di Catania ed eseguite dalla Sezione III Reati contro la persona della Squadra Mobile dopo una violenta aggressione avvenuta in danno di una coppia di coniugi
Grave episodio la notte di Ferragosto nella zona sud della città di Messina: lite tra moglie e marito per motivi di gelosia. Un quarantenne ha ritenuto prima di minacciarla con un’arma da fuoco e poi di esplodere alcuni colpi in aria.
I militari dell’arma sono intervenuti nella notte, attorno alle 4, allertati da una signora 54 terrorizzata: il fidanzato della figlia 24enne, fortemente alterato e già protagonista di precedenti scatti d’ira, stava sfondando la porta di casa in via Vittorio Emanuele Orlando.
La convivente ha scoperto la fotografia di una donna nella memoria del telefono dell’uomo, ritrovamento che ha provocato in lei una sconsiderata reazione
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Le indagini condotte dalla squadra mobile di Trapani
La provvidenziale richiesta di aiuto al 112, formulata da un vicino di casa che ha udito le urla della donna, ha consentito l’intervento sul posto dell’equipaggio di una gazzella che ha bloccato in tempo ed ammanettato l’energumeno.
Oltre che a subire ingiurie e percosse sempre più frequenti, le vittime erano costrette a patire un isolamento reale dettato dal veto assoluto di incontrare persone terze, eccetto che nell’ambiente scolastico, l’unico che i bambini erano autorizzati a frequentare.
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in manette un ex funzionario dell'ispettorato del lavoro
Al culmine di un violento litigio la donna era stata cacciata di casa e temendo per la sua incolumità fisica si era trasferita in una villetta di un paese etneo, acquistata in comunione dei beni.
La donna sarebbe stata anche costretta, sotto minaccia di morte, "ti infilo una pistola in bocca e t'ammazzo" - le avrebbe detto l'uomo, a subire anche rapporti sessuali contro la propria volontà. L'arrestato è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza.
La donna è stata sistematicamente perseguitata con pedinamenti, telefonate e messaggi dal tono minaccioso che l’hanno costretta alla fine dello scorso giugno a denunciare tutto ai carabinieri.