Si è presentato con un palanchino in mano all’interno di un cantiere edile, minaccia gli operai da cui pretendeva la consegna di materiale ferroso. Una pretesa che sarebbe stata figlia, a detta sua, di una promessa che giorni prima gli era stata fatta. Ed alla fine ha ottenuto del denaro da un operaio che spaventato gli ha consegnato dei soldi perché in quel momento nel cantiere non c’era del ferro da potergli dare. Un episodio che è finito all’attenzione dei carabinieri che, a conclusione dell’indagine, hanno arrestato un 39enne con l’accusa di estorsione aggravata.

Le conferme del Gip

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Alcamo, in esecuzione di un’ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Trapani su richiesta della locale Procura, hanno arrestato un 39enne alcamese con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. L’accusa nei suoi confronti è di estorsione aggravata in concorso. L’ordinanza è scaturita a conclusione di una dedicata attività investigativa avviata in relazione ad un presunto caso di estorsione di cui l’arrestato si sarebbe reso autore insieme al proprio figlio appena maggiorenne, nello scorso mese di aprile.

La ricostruzione investigativa

In particolare, secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma, l’uomo si sarebbe recato in un cantiere edile armato di un palanchino con cui avrebbe minacciato gli operai presenti con l’obiettivo di farsi consegnare del materiale ferroso che, a suo dire, gli stessi avevano promesso di dargli. Nella circostanza, uno dei presenti, intimorito dall’atteggiamento aggressivo del 39enne, sarebbe stato indotto a consegnargli una somma di denaro in alternativa al materiale ferroso di cui, in quel momento, non aveva disponibilità.

Risultanze investigative concordanti

L’autorità giudiziaria, concordando con gli esiti delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del tribunale di Trapani, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo, sul conto del quale i carabinieri avevano raccolto gravi indizi in merito all’ipotesi di reato di estorsione aggravata in concorso.

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