La viabilità a Calatafimi, nel Trapanese, è davvero messa male. Praticamente tutte le strade d’ingresso e uscita in paese sono state pesantemente danneggiate dai nubifragi che ci sono stati tra la fine di settembre e i primi giorni di questo mese di ottobre. Ecco perché la giunta guidata dal sindaco Francesco Gruppuso ha ufficialmente chiesto alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità. Ingenti i danni, troppo pesanti affinchè un piccolo Comune come quello calatafimese possa farsi carico di questi ingenti costi.

I danni quantificati sino ad oggi

Stando a quanto scritto nella relazione dagli uffici tecnici comunali i danni soltanto nelle strade ammonterebbero a 300 mila euro. le arterie più colpite con vari dissesti e smottamenti riguardano le statali 113 e 119, e le provinciali 33, 14, Sp12, oltre che diverse strade comunali ed extraurbane. Ad essere stata prodotta una relazione da parte del responsabile della protezione civile del Comune, Stefano Bonaiuto. In particolare lo scorso 13 ottobre solamente in mattinata caddero quasi 100 millimetri di pioggia, causando diversi smottamenti e disagi ovunque. La giunta ha approvato una delibera con cui avanza questo riconoscimento per poter ottenere interventi, sostegni e risorse straordinarie per il territorio di Calatafimi.

Al momento solo lo stato di emergenza

Nei giorni scorsi la Regione è intervenuta in merito ma non ha riconosciuto alcuno stato di calamità. Gli ingenti danni derivati dall’eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Sicilia, anche mortalmente, hanno spinto l’uscente presidente della Regione Nello Musumeci a deliberare lo stato d’emergenza. Si sta procedendo ad una prima ricognizione dei danni.

Il dolore per la vittima di Scordia

Musumeci ha anche parlato della tragedia di Scordia: “Ho espresso il mio cordoglio al sindaco, Franco Barchitta, per la tragedia che ha colpito la comunità di Scordia. Provo dolore e rabbia per quanto è accaduto, oltre a profonda preoccupazione per il persistere dell’ondata di eccezionale maltempo che interessa in queste ore, in particolare, la Sicilia orientale. Fiumi di fango, precipitazioni pari a quelle che si registrano in sei mesi, crolli ed esondazioni, sono effetti dei cambiamenti climatici che, in un contesto di dissesto idrogeologico del territorio che contrastiamo dal nostro insediamento, arrivano a provocare morte e danni enormi”.

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