“Berlusconi ha detto quello che sapevo già, c’è stato l’interessamento di altre Nazioni sulla liberazione dei pescatori, è un fatto certo”. Lo ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, rispondendo ai cronisti nell’incontro con la stampa parlamentare per i tradizionali auguri di fine anno sulla vicenda legata alla liberazione dei due pescherecci di Mazara del Vallo da parte delle autorità libiche.

Secondo Miccichè, il rapimento non si sarebbe verificato per l’annoso problema delle miglia, ma avrebbe avuto un significato di altro tipo. “Era problema diplomatico – ha fatto sapere – lo sapevamo dall’inizio ma ce lo siamo tenuti per noi. La visita fatta dal ministro degli Esteri a una parte della Libia e non ad altri aveva creato questo disagio durato fin troppo: 108 giorni”.

Anche la Lega getta ombre sulla liberazione dei pescatori mazaresi. “Nella vicenda dei pescatori mazaresi ci sono troppe zone d’ombra che il lieto fine non può farci ignorare” lo afferma il senatore Stefano Candiani, segretario regionale della Lega. Secondo l’esponente leghista i racconti dei diciotto uomini d’equipaggio dei pescatori sequestrati per più di tre mesi a Bengasi “stanno facendo emergere uno scenario di una vera e propria detenzione segnata da maltrattamenti fisici e psicologici che mal si concilia con l’atteggiamento deferente tenuto dal Premier e dal ministro degli esteri nei confronti del generale Khalifa Haftar”.

Per il segretario della Lega in Sicilia, inoltre, “nessuno avrebbe messo in discussione la riservatezza di una operazione di intelligence, come già accaduto in altri casi, qui invece ci troviamo davanti ad una missione di Conte e Di Maio alla corte di Haftar di cui non si conoscono i contenuti e gli scopi. Anzi – sottolinea ancora Candiani – ci sono tutti gli elementi per pensare che il Premier e il ministro degli esteri abbiano optato per una gestione politica della crisi che non fa altro che indebolire la posizione dell’Italia nello scacchiere mediterraneo con evidenti rischi per la sicurezza del nostro paese e dei suoi interessi”.

Continueranno anche oggi gli interrogatori dei pescatori da parte dei carabinieri del Ros su delega della procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul sequestro. Ieri erano stati sentiti in caserma Pietro Marrone comandante della Medinea, Bernardino Salvo, della Natalino, Giacomo Giacalone, dell’ Anna madre, e Michele Trinca del peschereccio Antartide, che hanno raccontato di essere stati trattati malissimo e umiliati. In particolare,  il comandante del peschereccio Medinea, Pietro Marrone, si recherà oggi alla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo per redigere e firmare un rapporto sul sequestro della natante fino alla liberazione. Lo ha reso noto l’armatore del peschereccio, Marco Marrone, omonimo del comandante.