Due barchini, con a bordo complessivamente 48 tunisini, sono stati bloccati, nel giro di poche ore, nelle acque antistanti Lampedusa. Il primo, di 7 metri, è stato intercettato dal pattugliatore Fusco della guardia di finanza. A bordo c’erano 22 tunisini, comprese due donne.

Anche cinque minori a bordo

Il secondo è stato invece intercettato e agganciato davanti alla Tabaccara, dalla motovedetta V1300 delle fiamme gialle. A bordo c’erano 26 tunisini, fra cui 5 minorenni. I due gruppi, dopo più di 48 ore di stop negli sbarchi nell’isola, sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove c’erano 402 ospiti. Oggi non ci sono stati trasferimenti.

L’allarme del sindaco pochi giorni fa

Appena qualche giorno fa il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, aveva lanciato l’allarme parlando proprio di barchini dei migranti che dopo i soccorsi restano alla deriva e creano danni all’ambiente e rischi per sicurezza navigazione. O ancora, affondando danneggiando pescherecci ed attrezzature. Ad essere stato chiesto nel contempo un aiuto al premier Mario Draghi.

Ringrazio i pescatori, ma da soli non ce la possiamo fare

“Sono numerose – aveva detto il primo cittadino – le imbarcazioni dei migranti che anche in questi giorni vengono recuperate dal personale dell’area marina protetta delle Isole Pelagie, spesso con l’aiuto dei pescatori lampedusani. Voglio esprimere il mio ringraziamento a quanti sono impegnati in questa importante operazione necessaria alla tutela del nostro ambiente ed alla sicurezza dei natanti, degli stessi pescatori e dei bagnanti. Ma da soli non possiamo farcela, serve il sostegno del governo e mi rivolgo in particolare al presidente Draghi affinché valuti il tema dei ‘barchini abbandonati in mare’ che rappresenta uno dei diversi ambiti di intervento legati all’impegno di Lampedusa sul fronte dell’accoglienza dei migranti”.

Il tema delle traversate torna d’attualità

Il tema posto dal sindaco Martello è relativo al recupero delle imbarcazioni utilizzate dai migranti per le loro traversate che, in caso di soccorso in mare aperto, dopo essere state “numerate e censite” dal personale addetto, quando non possono essere contestualmente “agganciate” ed accompagnate in porto, restano in mare aperto creando possibili rischi di collisione con altre imbarcazioni. C’è  poi il tema relativo alle barche dei migranti che affondano mettendo a rischio i pescherecci e danneggiando le attrezzature e le reti di pesca.