Una regione allo sbando dove niente va per il verso giusto, una sorta di covo di approfittatori dove è necessario cambiare tutto per il buon governo. Ne è fermamente convinto il vicepremier Luigi Di Maio, presente ieri sera a Caltanissetta, che ha sparato a zero contro tutti con grande veemenza.

“Quando un governo regionale – ha detto – come questo arriva a non recepire la legge anticorruzione o a perdere 70 milioni per non tagliare i vitalizi allora penso si sia superato qualsiasi limite. Questi non sono di centrodestra, questi pensano solo ai cazzi loro. Gente che ha venduto qualsiasi ideale per la poltrona in cui sono seduti. Noi abbiamo fatto delle leggi a Roma e la Regione siciliana non le ha recepite. Noi comunque stiamo per mandare miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio, per fronteggiare il dissesto idrogeologico e per i cantieri”.

Di Maio non ha esitato a parlare di “banditi politici che hanno massacrato la Regione siciliana”, dove “ormai mezza giunta è indagata“, per poi continuare con una analisi della situazione attuale dell’Isola.

“La Sicilia è la seconda regione sul reddito di cittadinanza – ha commentato -. Tantissimi commercianti mi dicono lo sai che tanta gente sta venendo a spendere da me. Oggi è inutile andare ad un centro per l’impiego, è un’umiliazione. Arriveranno tremila persone in più nei centri per l’impiego – ha aggiunto – per cominciare a dare lavoro a chi cerca lavoro. Perché qui non c’è gente che non vuole lavorare, c’è gente che non sa dove cercarlo. Quota 100 l’abbiamo fatto per i giovani. Certo siete una regione a statuto speciale, ma credetemi non so quante volte ho detto a questa giunta non badiamo ai colori facciamo qualcosa per i siciliani”.

Poi, un attacco in piena regola all’indirizzo del presidente dell’Ars con annessa provocazione: “Dice che se tagliamo i vitalizi poi non ha i soldi per vivere. Io voglio dire una cosa a Miccichè, se vai alle poste puoi domandare il reddito di cittadinanza. Ma non far perdere alla regione 70 milioni di euro”.

Immancabile il riferimento alla polemica con Salvini in merito alla presenza del leader leghista il 25 aprile a Corleone: “Se vogliamo cominciare a combattere la mafia ci andiamo pure a Corleone, ma prima di tutto cominciamo a combatterla a Roma. Il tema non è il litigio ma il motivo per cui si litiga. E se si litiga per difendere le istituzioni continuerò a farlo”.

Infine, le rassicurazioni sul futuro: “Io ve lo prometto: entro questa estate faremo una legge che non consentirà più di far nominare i direttori generali delle aziende sanitarie dalla politica. Perché la sanità è diventata un bancomat della politica”.

Parole davvero pesanti quelle di Di Maio, in merito alle quali è arrivata la replica dell’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza che parla, a nome del governo siciliano, del “solito veleno” sparso da parte del vicepremier nonché ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali che “non perde il vizio di insultare”.

“Dia una risposta – tuona Razza – ai tanti siciliani che la attendono: gli sportellisti, le aree di crisi industriale a partire da Termini Imerese, i disoccupati e i giovani. Ci siamo stancati – aggiunge Razza – di gente incapace che utilizza i ruoli pubblici per fare sterile propaganda. Come la peggiore casta si presentano in giro per le piazze che li hanno giudicati, ma qui trovano ormai cittadini consapevoli che vedono con quale approssimazione conducono l’azione di governo nei ministeri a loro guida. Faccia come Toninelli e si colleghi da remoto con il cellulare al prossimo consiglio dei ministri: scoprirà che dalle province alle città in dissesto, il governo Conte-Di Maio è una iattura per il popolo siciliano”.

Non si è fatto attendere il commento di Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Ars tirato in ballo proprio da Di Maio. “Salvini e Di Maio? – dice Miccichè – sono due coglioni che camminano sempre in coppia”.

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